sabato 24 dicembre 2011

Auguri e Buone Feste!

venerdì 16 dicembre 2011

Ritardi Vea: disagi nell'edilizia

Come è possibile che a più di un mese di distanza dalla sua approvazione (peraltro ottenuta con grande fatica) non ci sia più traccia del protocollo Vea per la certificazione energetica? Non si pensa al disagio che la mancanza di chiarezza crea a cittadini, imprese e operatori del settore immobiliare?
La non conoscenza degli strumenti di calcolo ufficiali per l’applicazione del protocollo VEA renda impossibile agli operatori continuare la loro attività, e lasci i cittadini nell’incertezza se la certificazione energetica valga o meno in relazione alle diverse tipologie di attività immobiliari e soprattutto a partire da quando. Insomma, una confusione totale che va a pesare su un mercato già sofferente come quello dell'edilizia, e della quale non si capisce il motivo.Non pare certo di particolare difficoltà pubblicare almeno sul sito internet di Ares le schede tecniche chieste a gran voce dai professionisti.
La Giunta regionale non sembra molto interessata a risolvere il problema e, anzi, lascia colpevolmente ai suoi uffici l’incombenza di prendere decisioni importanti e sicuramente non di carattere tecnico. Il gruppo del PD intende quindi spronare l’Assessore Riccardi, che appare un po’ latitante nei confronti di certe materie che appartengono comunque al suo referato, a darsi una mossa e a prendere in mano la questione. Pertanto, si chiede con forza di dare attuazione piena a quanto previsto dalla normativa, e di onorare gli impegni presi in IV Commissione a partire dal termine di aprile entro cui provvedere a regolamentare la certificazione ambientale.
L’Assessore Riccardi dovrebbe occuparsi meno di strade e più di altri temi più importanti per la vita della comunità regionale, a partire dal piano energetico regionale neanche abbozzato.Infatti in tema di energia la nostra Regione ha la possibilità di incidere positivamente sul presente, promuovendo per esempio la riqualificazione delle nostre imprese, favorendo il risparmio delle risorse, e nel contempo sviluppando nuovo lavoro di qualità.

martedì 6 dicembre 2011

Fascista?!?


Ma come si può definire ''fascista'' un documento firmato da Monti e da Napolitano? Sarebbero loro i ''fascisti''? I veri golpe fascisti sono stati nel ventennio, quando non c'erano giunte provinciali da mettere in discussione. Sul merito del provvedimento si potrà anche discutere, sulle stupidaggini che vengono dette senza pensare no. Mi vergogno di avere un presidente della Provincia di questo tipo, e rinnovo la mia stima a Monti e soprattutto al presidente Napolitano.

mercoledì 30 novembre 2011

lunedì 31 ottobre 2011

Il mistero della variante 56

Chi sta bloccando i lavori della variante alla SR56 sul territorio comunale di Gorizia? Chi è che frena l’attuazione di questa importante ed atteso svincolo stradale già finanziato da anni? Sono queste le domande che ho posto all’assessore regionale alle infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale e lavori pubblici Riccardo Riccardi con una interrogazione urgente. La risposta di Riccardi non ha chiarito nulla: pare infatti che nessuno sappia niente di questo iter, anche se dalle parole dell'assessore regionale si intuisce che a non aver adempiuto ai suo obblighi sia il Comune di Gorizia.

E’ una situazione che ormai rasenta il paradossale. E’ dal 2006 che esiste un progetto ed un accordo tra Regione, Provincia e i Comuni di Gorizia e Mossa per attuare la variante alla SR56. Un tratto importantissimo per la vivibilità della gente di Mossa e Lucinico e per una prospettiva di sviluppo della destra Isonzo.
Le ragioni per attuare questo svincolo stradale erano, e sono, almeno tre, una più importante dell’altra:

1. Alleggerire la portata del traffico che letteralmente soffoca le comunità di Lucinico e Mossa.

2. Creare una direttrice per il flusso pesante sulla Udine-Gorizia indirizzata verso la rete autostradale e la rete stradale slovena, escludendo gli abitati.

3. Porre in essere una struttura per il collegamento tra la Zona Industriale di Gorizia (ormai satura), e quella di Mossa, in una prospettiva di ampliamento operativo del Consorzio Zona Industriale e Artigianale goriziano e, nondimeno, di area adeguata ad un'auspicabile attività logistica di retro-porto.

La Giunta Regionale (con DGR 919 del 05/05/2006) ha assegnato al Comune di Mossa 1.600.000 euro e al Comune di Gorizia 1.800.000 euro, mentre la Provincia di Gorizia parallelamente si era impegnata per la costruzione di una rotonda in Comune di Mossa (opera già realizzata). Successivamente la giunta regionale ha stornato il finanziamento di 1.800.000 euro a favore del Comune di Gorizia a fronte di un riconoscimento finanziario pari a 3.250.000 euro per maggiori oneri previsti nel tratto di competenza di detto Comune.

«I lavori in argomento – ha spiegato Riccardi – sono stati assegnati al Comune di Gorizia con atto di delegazione amministrativa l'11.08.1999, ma il finanziamento previsto non copriva tutti gli oneri per la realizzazione delle opere, quindi con successiva delibera la Giunta ha assegnato uno stanziamento integrativo di 3.250.000 euro».

Al momento quindi la rotonda è fatta, il Comune di Mossa ha esperito la gara di appalto per i lavori di sua competenza, mentre quello di Gorizia è ancora al progetto definitivo, come si legge sul sito web ufficiale del Comune stesso. Manca ancora l’approvazione del progetto esecutivo e tutta la procedura d’appalto e assegnazione lavori. Se tutto va bene se ne riparla a fine 2012, ma saranno tempi certi? Non credo. Tanto è vero che ho invitato Riccardi a convocare, per la la prossima settimana, una riunione con il Comune per definire tempi e fondi.

È del tutto evidente che l’anello debole di questa storia infinita è il Comune di Gorizia. Probabilmente il sindaco Romoli, che è anche assessore ai lavori pubblici, non ritiene prioritaria quest’opera, al pari di altre, la quale invece ha una rilevante valenza sia per il vivere quotidiano della gente, sia per le prospettive di sviluppo economico. Questo in dispregio di quanto aveva più volte affermato al consiglio di quartiere di Lucinico. Voglio capire, inoltre, perché la Regione, che è l’ente finanziatore, non si è adoperata tempestivamente per sollecitare il Comune capoluogo a stare al passo con gli altri soggetti attuatori.

Tra l’altro, con questo andazzo c’è il notevole rischio di un ulteriore incremento dei costi di realizzo dell’opera. Spero veramente che ci sia un sussulto di responsabilità perché c’è l’assoluta necessità di questa struttura, la cui vicenda è ormai vergognosamente simile a una telenovela senza fine.

sabato 22 ottobre 2011

Sui galli di Razzini...

Ho seguito con un sentimento di incredulità l'assurda battaglia della Lega Nord contro i galli di Staranzano e le polemiche che ne sono seguite, con tanto di intervento del consigliere regionale Razzini ''portavoce della protesta''. Confesso che da più di qualcuno mi è stato chiesto cosa pensassi della vicenda, e quello che posso dire è che finora ho polemizzato sì in più occasioni con la Lega e col consigliere Razzini, ma considerandolo nel suo ruolo di consigliere regionale, quindi degno comunque di rispetto. Su questa vicenda invece non siamo più a livello di Consiglio ma di privata (con tutto il rispetto per le private...). Ogni altro commento credo sia superfluo.

Porto: necessario il ruolo di Monfalcone!

Premesso che sul futuro del Porto e di una possibile Autorità regionale stiamo attendendo che il testo ufficiale esca dalla giunta regionale, faccio presente che esiste un documento su cui si è espresso l'intero consiglio comunale di Monfalcone e che parla chiaro.
Una Governance del porto di Monfalcone e di San Giorgio di Nogaro è fattibile solo se vedrà come attore principe il Comune di Monfalcone, rappresentante legittimo della comunità, che come tale deve essere coinvolto nel piano regolatore e nella pianificazione evitando invece qualsiasi parcellizzazione.
Il Pd regionale ha sostenuto e continuerà a sostenere questa convinzione in Commissione e Consiglio Regionale, seguendo una strada precisa: premesso che dell'allargamento dell'Autorità al Porto di Trieste non si deve proprio parlare, per il resto un'ipotesi di Governance deve essere sempre e comunque in condivisione con il Comune. Per questo coinvolgerò il partito a livello regionale e locale a fianco del Comune di Monfalcone, titolato a rappresentare la comunità monfalcone e non solo.

mercoledì 12 ottobre 2011

Razzini fuori tempo massimo

Come al solito Razzini arriva a bocce ferme, per prendersi i meriti di una campagna di denunce mai fatta. Non mi ricordo infatti della sua presenza un anno fa, quando le mie denunce sulle situazioni poco chiare nell'indotto Fincantieri mi avevano attirato gli strali di molti, con il risultato di creare un enorme fraintendimento sulle mie parole.

Quella volta, infatti, non volevo affatto criticare gli operai e i tecnici e le imprese che lavorano con onestà e competenza, bensì far presente che anche nel Cantiere ci sono situazioni a cui fare attenzione, e che rischiavano di compromettere il buon nome di tanti lavoratori coscienziosi. Le mie parole furono completamente travisate, ma non ho certo visto Razzini precipitarsi a denunciare le situazioni negative che egli ritiene siano la regola dentro Fincantieri. Come mai solo adesso che la cosa è venuta alla luce impugna la spada del difensore dell'onestà?

Ritengo invece che adesso sia venuto il momento di fermarsi a riflettere, senza essere precipitosi e buttar via il bambino con l'acqua sporca. È vero che le situazioni difficili in Fincantieri ci sono, e infatti erano state oggetto della mia denuncia. Ma da qui a dire che tutti i lavoratori e gli imprenditori sono disonesti ce ne corre. Il cantiere è e deve rimanere una risorsa per la città e la provincia, e lo stesso dev'essere per le i tanti tecnici e operai e imprenditori che mettono la loro professionalità al servizio dell'economia dell'Isontino. Da questo punto, io ritengo, si debba partire per pensare a iniziative quali il Tavolo permanente valorizzando le relazioni sindacali tra azienda e Rsu.

giovedì 29 settembre 2011

Commercio: novità in arrivo

Interventi sulla legge di settore, predisposizione della legge regionale comunitaria 2010 (in consiglio tra ottobre e novembre), e alcuni interventi collocati nella legge di manutenzione: queste le tre azioni che la Regione ha dichiarato di voler portare a favore del commercio contro il proliferare dei grandi commerciali, in risposta all'interrogazione presentata da me e il consigliere Antonaz sulla situazione difficile del commercio di vicinato in Fvg.
La risposta della Regione ha evidenziato che «sulla desertificazione dei centri dei paesi e città, lo strumento individuato per il ''recupero'' di queste situazioni di crisi è stato individuato nei centri commerciali naturali e Centri di via, le cui norme sono state inserite nella legge di assestamento del bilancio», e «analogo discorso va fatto per i negozi di vicinato; mentre è allo studio il sostegno particolare per la vendita dei prodotti a chilometro zero, dopo quello già predisposto dagli uffici regionali dell'Agricoltura».
Concludendo: la cattiva notizia è che non si parla di moratoria, come invece noi avevamo chiesto. La buona è comunque che ci saranno novità in arrivo entro fine anno, e quindi suggeriamo ai Comuni di attendere le nuove norme prima di prendere decisioni.

Terex: la Regione fa lo gnorri!

Una richiesta al ministero per una Cigs di 24 mesi, e il riassorbimento di almeno parte del personale attualmente in forza: queste le due strade che la Regione comunica essere state prese in considerazione sul futuro della Terex, l'azienda che ha tutte le intenzioni (come comunicato alla organizzazioni sindacali) di cessare l'attività in quel di Monfalcone.

Ma, per quanto sia stata sollecitata, nessuna risposta è stata fornita in merito alla creazione di un tavolo di lavoro specifico per la situazione, come da me richiesto ricordando che, in altre occasioni (come ad esempio per la crisi ultima nel distretto pordenonese del mobile) siano stati attivati strumenti di analisi e discussione quali il tavolo degli “attori” del sistema e istituzionali, Regione inclusa.
Questo risponde la Regione alla mia Interrogazione a risposta immediata sul futuro della Terex che rischia di mettere in crisi un centinaio di famiglie che si trovano, di punto in bianco, senza stipendio.

L'assessore al Commercio e al Lavoro infatti mi scrive: «sono in corso trattative tra le parti in vista di una possibile richiesta al Ministero del Lavoro di Cigs per cessazione di attività per 24 mesi, previa sottoscrizione di un apposito accordo governativo. Nell'ambito del piano di gestione delle eccedenze, necessario al fine della stipula di tale accordo, sono in corso contatti con alcune imprese del territorio in vista del possibile assorbimento di almeno parte del personale attualmente in forza al sito di Monfalcone della Terex».

Nella risposta si specifica che «in sede di tavolo regionale di concertazione l'Amministrazione regionale ha condiviso con le parti sociali l'estensione al 31 dicembre 2012 dell'efficacia dei Piani di gestione di tutte le situazioni di gravi difficoltà occupazionale dichiarate». Quanto all'indotto, spesso escluso dalla vigente normativa di Cigs, «l'amministrazione regionale ha appena condiviso con le parti sociali l'aumento delle ore di Cig in deroga utilizzabili nel 2011».

E per Monfalcone? La Regione parla di «piani regionali e provinciali di fronteggiamento della situazioni di crisi», «interventi a difesa del reddito dei lavoratori» come Cigs e Lsu, la riqualificazione professionale, e altri provvedimenti di cui già si sapeva e che sono comunque di valenza regionale.
La mia interrogazione era invece chiara: chiedevo di attivare un tavolo tra Regione, Comune, sindacati per analizzare specificatamente la situazione monfalconese. Quindi mi sono dichiarato per niente soddisfatto della risposta, e già da ora sono pronto a continuare la battaglia accanto a lavoratori e sindacati.

mercoledì 14 settembre 2011

Bloccato il codice edilizia!

Il nuovo codice dell'edilizia avrebbe comportato ancora maggiori costi e aggravato un settore, quello delle costruzioni, che già risente pesantemente della crisi. Lo abbiamo fatto rilevare , in quarta commissione, bloccando o i lavori dopo appena un'ora dall'inizio della discussione che avrebbe dovuto dare alla giunta regionale il parere obbligatorio (anche se non vincolante).

Il Pd, con le parole mie e di Moretton, Travanut e Lupieri, ha incalzato l’assessore Riccardo Riccardi mettendo in evidenza che, con quel regolamento, i cittadini e le imprese della regione avrebbero dovuto sobbarcarsi maggiori costi, derivanti dall’aumento previsto nel testo presentato per gli oneri di urbanizzazione e costruzione.Abbiamo denunciato l’inopportunità’ di ulteriori aggravi a fronte della crisi che coinvolge anche il settore dell’edilizia, ottenendo la sospensione con il conseguente rinvio del regolamento.

Abbiamo poi messo in evidenza come sia necessario che la Giunta regionale presti maggiore attenzione nella elaborazione di regolamenti e leggi che oramai, sempre più frequentemente, sono impugnate dal governo nazionale o contengono misure inique e dannose per la comunità regionale.

Ci auguriamo che, nonostante il tempo eccessivo trascorso per l’approvazione del regolamento (due anni), vengano recepite le osservazioni del gruppo Pd con la predisposizione di un Codice dell’edilizia che non penalizzi ulteriormente anziché aiutare la economica regionale».

sabato 10 settembre 2011

La mia indignazione per il Giro della Padania


Con una lettera inviata al presidente del Coni regionale Felluga e presidente regionale Petrucci ho intenzione di esprimere il mio dissenso su una iniziativa che in questi ultimi giorni ha fatto parlare di sé: il Giro della Padania.



E' inutile infatti che ci giriamo attorno: quella gara non è stata altro che una strumentalizzazione dello sport come mai ci si sarebbe sognati di fare da parte nostra. E non lo dico come rappresentante politico di un partito, bensì come presidente provinciale del Coni e amante dello sport. Lo sport deve essere gioia e unione, non violenza e divisione come invece è stato in questa occasione. Si è trattato quindi di una iniziativa del tutto inopportuna, che si sarebbe dovuta evitare anche nel caso in cui non avesse suscitato le forti reazioni che invece ha generato.


Come rappresentante del Coni non ho mai e poi mai nemmeno ipotizzato di poter strumentalizzazione lo sport a fini politici, come invece è stato fatto in questa occasione. E che non si cerchi di sostenere il contrario: si poteva fare il Giro della Lombardia e anche il Giro del Piemonte, ma fare il Giro della Padania, ovvero di un ente territoriale inesistente, è stato un chiaro atto politico. E mi sorprende che la Fci abbia dato il suo assenso.



Ecco perchè ho deciso di esprimere il mio disagio, come rappresentante di un ente sportivo, in una lettera che invierò direttamente alla presidenza regionale e nazionale del Coni.

Commissario laguna: utile o strumentale?

Dalla Regione cronache, il Comunicato congiunto con Travanut:


Metodo effettivamente utile o strumento poco trasparente per quanto riguarda le consulenze? E' questo il dubbio che viene sollevato dai consiglieri regionale Travanut e Brandolin in merito alla gestione commissariale per l’emergenza socio-economica e ambientale della Laguna di Marano Lagnare e Grado. Una ''emergenza'' che, per i due consiglieri del Pd, deve cessare, visto che dei sei milioni di euro stanziati, ne rimangono per le opere effettive 250mila. Gli altri? Spesi in consulenze. E quando un vero dragaggio si è fatto, le varianti in corso d'opera sono state affidate con un semplice ''atto aggiuntivo'', suscitando più di qualche perplessità.
«La gestione commissariale per l’emergenza socio-economica e ambientale della Laguna di Marano Lagnare e Grado è operativa sin dal 2002 – affermano Brandolin e Travanut - dal mese di marzo 2009 al mese di luglio 2011 il Commissario di cui sopra ha speso la considerevole cifra di 6 milioni e 257 mila euro per studi, ricerche, progetti, analisi e rilievi per dare risposta all’emergenza della Laguna». Utili? Ci si chiede fino a che punto, visto che «una considerevole parte di quei fondi per studi, ricerche, eccetera, sono andati a finanziare il lavoro di un ristretto numero di società e professionisti, in alcuni casi nella completa assenza di evidenza pubblica per le procedure di assegnazione dei lavori e, spesso, attraverso il prolungamento e l’ampliamento dei contratti in essere».
Nello stesso periodo, spiegano i consiglieri, «è stata destinata ai lavori la risibile quota di 251.779 euro per il dragaggio, in punti diversi della laguna e in diversi momenti, di circa 25 mila metri cubi di fanghi».
E' vero che «nel gennaio 2008 è stata comunque esperita una gara di evidenza pubblica al fine di dragare 168 mila mc. di materiale per un valore di 4 milioni e 830 mila euro, e nel corso delle attività sono stati effettivamente dragati 57,6 mila metri cubi di fanghi», ma «il materiale dragato avrebbe dovuto essere depositato in siti appositamente individuati nei territori dei comuni di Grado e Lignano Sabbiadoro, peraltro non ancora idonei a tale funzione».
Che cosa è successo? «Nel frattempo, il Commissario ha predisposto una perizia suppletiva di variante per adattare un sito in località Fearul, nell’ambito della zona industriale Aussa Corno, per lo stoccaggio provvisorio del materiale che prevede una spesa aggiuntiva di 5,2 milioni di euro». E i lavori sarebbero stati affidati all’impresa incaricata del dragaggio con un semplice “atto aggiuntivo” al contratto originario, senza tenere conto che si tratta di lavori di ben altra natura rispetto a quelli affidati, lasciando così «parecchie perplessità sulle procedure adottate – affermano Brandolin e Travanut - considerato l’incremento del costo che ha avuto il lavoro in argomento, passando da 4 milioni 830 mila euro a 10 milioni di euro per il dragaggio e lo stoccaggio di 168 mila metri cubi di fanghi». E in tutto sono circa 3 milioni di mc i fanghi da dragare e da stoccare.
I due consiglieri quindi chiedono all'assessore competente una «valutazione dell’Amministrazione regionale sul prosieguo dei lavori, in considerazione dei costi che si dovranno sostenere per realizzare il progetto predisposto dal Commissario al fine di dare risposte efficaci all’emergenza della laguna di Gradi e Marano», e domandano «se non ritenga che sia opportuno, dopo quasi dieci anni, chiudere la gestione commissariale riaffidando le funzioni di manutenzione della Laguna alla competente Direzione regionale o, eventualmente, ad altro soggetto pubblico già oggi presente su quel territorio, tenuto conto che il Decreto legislativo 205/2010 non considera più come rifiuti i materiali di dragaggio derivanti da scavo e manutenzione delle vie d’acqua».

venerdì 26 agosto 2011

Domani convegno sul Porto

Domani, sabato 27 agosto, a Monfalcone, si terrà un convegno sul Superporto.
A parte tutte le discussioni, io proporrò di:

-costituire un’”Autorità portuale allargata” con una nuova idea di governance portuale degli scali regionali che miri al superamento degli attuali modelli gestionali integrando porti, interporti e zone industriali

-fare del Friuli Venezia Giulia un “porto-Regione”

- una nuova legge regionale che integri gli scali regionali [Monfalcone, S. Giorgio di Nogaro] con un nuovo modello organizzativo e gestionale che permetta le capacità operative e assicuri competitività

martedì 16 agosto 2011

Referendum sul Porcellum? Io ci sarò!


Il 20 agosto farò il mio dovere andando a firmare a favore del referendum per l'abolizione del ''Porcellum'', come è chiamato l'attuale sistema elettorale per il Parlamento. Ritengo infatti che il sistema in vigore abbia già fatto i suoi danni, creando – non tanto nei due anni di Prodi quanto negli ultimi tre di Berlusconi – degli eletti che non sono altro che ''yes-man'' che devono rispondere in tutto e per tutto al capo che li ha messi lì. Perciò ritengo che sia utile, in un momento come questo, riprenderci il diritto di decidere. Il 20 agosto si aprono le raccolte di firme nei banchetti appositamente allestiti, io sarò lì il primo giorno e mi metto a disposizione per fare da ''supporter'' a qualsiasi iniziativa venga promossa per favorire la raccolta, che continuerà fino al prossimo 20 settembre. Spero che anche da parte della dirigenza del Partito Democratico si decida a fare lo stesso.

martedì 26 luglio 2011

Ticket? Una follia!

Tralasciando il fatto che non si capisce perché il Fvg, pur avendo la piena gestione in materia sanitaria, si ostini a voler far pagare il ticket sanitario, è una vera e proprio follia quella proposta da Tondo e Kosic sul ticket ''retroattivo''. Si rischia di creare un disagio enorme a centinaia di persone, anziani in primis, che si vedranno arrivare a casa la comunicazione dell'Azienda Sanitaria. Tanto più che tra stampa, spedizione, raccomandate e chissà che altro si andrà a spendere più di quello che si recupera, come è stato ogni volta che si è cercato di introitare retroattivamente delle somme. Quindi: che la Regione Fvg stanzi di tasca sua i fondi che servono a coprire la somma necessaria e fine, e che Tondo e Kosic facciano un ragionamento prima di dire ''sì'' a qualunque comunicazione venga dagli uffici. Si eviterebbero brutte performance come queste, che agli occhi di tutti sono una vera e propria follia.

mercoledì 20 luglio 2011

abolire le Province? Meglio unire i piccoli comuni...

L'abolizione delle Province proposta da Romoli? Solo una 'discussione ''estiva'', che serve a prendere un po' in giro gli elettori e lascia il tempo che trova. Come anche la proposta di Razzini di unire Trieste e Gorizia. Quello che la Regione potrebbe fare, invece, è unificare i piccoli Comuni e non per risparmiare sui costi della politica, bensì sulla burocrazia.



Romoli dovrebbe infatti ben saperlo che la Regione non può abolire le Province: serve una legge costituzionale, e l'occasione c'era la scorsa settimana in Parlamento con la proposta bocciata dal centrodestra (Pdl e Lega) e con l'astensione – discutibile - anche del Pd. Quindi si finisca di parlare a vanvera e ci si occupi di cosa concretamente si può fare per venire incontro ai cittadini.
E questo vale anche per il consigliere Razzini: sa benissimo che la soluzione per il territorio di Trieste dovrebbe essere una grande città metropolitana, e basta. Quindi parlare di unione tra provincie non ha nessun senso.



E allora non c'è niente da fare? No. Una cosa la Regione potrebbe farla: prevedere l'accorpamento tra i piccoli Comuni, magari non mettendo la soglia dei 18mila abitanti di cui ha parlato il presidente Napolitano bensì una più bassa, ma comunque facendo in modo di rendere i servizi più efficienti: per esempio nella Provincia di Gorizia basterebbero cinque Comuni(ovvero Monfalcone, Gradisca, Cormons, Grado e Gorizia) così da garantire i servizi a un costo minore. Ci sono infatti piccole amministrazioni che non riescono più neppure a pagare il personale. E alcuni Comuni questa strada la stanno già percorrendo: penso ad esempio all'unione tra le Polizie municipali, che ha permesso di creare economie di scala notevoli.
Ecco quindi la mia proposta: invece di puntare all'obiettivo impossibile di abolire le Provincie, si cominci con il creare Comuni più grandi invece di tante piccole amministrazioni, non solo per risparmiare i posti di sindaco e consigliere, ma soprattutto per evitare, ai cittadini, le lungaggini della burocrazia.

lunedì 11 luglio 2011

Gherghetta: più umiltà e coerenza, per favore...

Scopro oggi con rammarico per i cittadini dell'Isontino che il neoeletto presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, ha già deciso di ''fare il salto'' autocandidandosi alla guida della Regione Fvg, ben sapendo che la sua candidatura significherebbe dimissioni anticipate e nuove elezioni. Ha comunicato questa sua incredibile decisione, prima di renderla pubblica, al segretario provinciale del Pd e al capogruppo del Pd in provincia? E, soprattutto, ha pensato che questa sua uscita è una presa in giro per i cittadini che lo hanno votato con un compito ben preciso: un mandato di cinque anni e un programma da portare a termine? Non credo...

Invece di fare programmi mirabolanti, ascolti quello che lo invito a fare.

In primo luogo, lo invito a lavorare con serietà e umiltà a far sì che Gorizia non condivida più, assieme a Enna, il triste primato di provincia in cui i giovani trovano più difficilmente lavoro.

In secondo luogo, lo invito ad andarsi a leggere la proposta depositata più di dieci mesi fa da tutti i consiglieri regionali del Pd, sulla riduzione dei costi della politica e del numero di consiglieri regionali, una proposta presentata senza attendere le sue ''illuminanti'' uscite.

In terzo luogo, lo invito a guardare un po' la pagliuzza nel suo occhio: quando, nel 2004, presentammo la revisione dello statuto, fu proprio lui, consigliere di maggioranza, a opporsi alla mia ipotesi di riduzione del numero di consiglieri regionali. Alla faccia della coerenza...

Capisco che, nell'attuale deserto di valori, essere coerenti non è più di moda, lo ha ben dimostrato il nostro presidente del consiglio in questi ultimi mesi. Ebbene, non possiamo non constatare che anche nel Pd ci sono dei ''Berlusconini'' privi di valori per i quali la coerenza è un optional. Povera provincia di Gorizia, e povero Pd.

martedì 5 luglio 2011

Il Pgt? Nel caos!

Il Piano di Governo del Territorio, che doveva essere una necessità urgente, è ancora al palo, ma per l'assessore Riccardi va ''tutto bene'', si tratta solo di ''diverso metodo organizzativo''. E' questa la risposta (insoddisfacente) alla mia interrogazione sulla questione della predisposizione del nuovo Pgt.

Dopo aver abrogato nel 2008 la riforma avviata dalla giunta precedente di centrosinistra ed aver reintrodotto la vigenza del vecchio PURG del 1978, il centrodestra, con l’Assessore all’urbanistica Seganti, aveva approvato la LR 22/2009 “Procedure per l’avvio della riforma della pianificazione territoriale regionale” con la dichiarata intenzione di procedere entro un paio d’anni alla riforma del settore, tanto che si era proceduto con un appalto per la redazione dei documenti necessari.

Sono trascorsi quasi due anni dalla annunciata riforma, ma non si vede ancora nessun risultato concreto. Nel frattempo la Giunta regionale ha subito un rimpasto e la Seganti ha ceduto le deleghe della pianificazione e dell’urbanistica a Riccardi. La gara è stata esperita con l’apertura delle buste offerta e condizioni, ma non è dato sapere a che punto è giunta la valutazione della commissione. Anzi, nel maggio del 2011 si è saputo che l'indizione della gara non ha rispettato la tempistica prevista, e che addirittura si è dato il via a redazione di un nuovo strumento urbanistico. Insomma, il caos.

Non si tratta, attenzione, di un problema per gli addetti ai lavori: mancando una programmazione generale dell’utilizzo del territorio, ci sarà sempre il rischio che nelle scelte fondamentali per la vita delle comunità, prevalgano interessi del momento e imposizioni avventate calate dall’alto. Facendo prevalere i piani di settore (ad esempio quello delle attività estrattive o quello dei trasporti) al Piano di Governo del Territorio, accadrà che per esempio la scelta se realizzare o meno una strada non dipenderà da una scelta strategica per il benessere collettivo generale, ma da esigenze miopi ed improvvisate che risponderanno a logiche territoriali o a interessi locali.

Come replica Riccardi a questo? Affermando che il nuovo Pgt era necessario perché «lo sviluppo della comunità non poteva trovare riferimento in una previsione formulata in tempi lontani» e che, in considerazione e dell'ormai imminente approvazione del Piano delle Infrastrutture e della Logistica, si svilupperanno «i documenti per il nuovo Pgt in tempi compatibili con le esigenze», lavoro che comprenderà «l'intero arco temporale della legislatura». Per questo Riccardi non condivide «né la valutazione di fallimento della politica di governo», né la «sussistenza di visioni contrapposte nella medesima giunta», in quanto «diverso è solo il metodo organizzativo».
E' evidente che ci troviamo di fronte a due visioni contrapposte della medesima Giunta, in cui quella di Riccardi cancella quella precedente della Seganti e fa ripartire quasi da zero l’iter della riforma, salvo dichiarare che per la predisposizione del nuovo PGT verranno utilizzati tutti i documenti prodotti finora e quindi anche il prezioso lavoro della giunta precedente.

venerdì 24 giugno 2011

Un piano per la Laguna di Grado e Marano

Aprire un tavolo di crisi sulla situazione economica della laguna di Grado e Marano, realizzare il Piano di Gestione delle risorse Ittiche dell’Alto Adriatico e prevedere uno specifico Piano della Laguna di Grado e Marano Lagunare, avviare il programma di sviluppo dell’acquacoltura, semplificare le operazioni di sdemanializzazione: queste le principali richieste del documento presentato da me e dal consigliere Pd Travanut (e firmato da tutti gli altri consiglieri dell'Isontino) per dare una nuova marcia al settore pesca, che in questi mesi sta vivendo un forte periodo di crisi.
La crisi è senza precedenti:l'attività di pesca della laguna registra flessione delle catture, riduzione dei ricavi e calo dei prezzi più elevati raggiunti dalle località marinare dell’Alto Adriatico e questa situazione influisce negativamente sul tasso di sviluppo e sulla produzione di valore aggiunto. Come conseguenza, non solo gli operatori e gli addetti sono costretti a lavorare meno ore sulla barca, ma importanti cooperative dei pescatori, come la Coop. San Vito di Marano Lagunare, sono coinvolte da seri problemi che ne mettono in discussione l’operatività e il futuro degli associati.
Come rispondere a questa situazione? Secondo noi, la prima azione da fare è quella di aprire il “tavolo di crisi” regionale e concordare con le Regioni Adriatiche misure urgenti comuni da presentare al Governo e ai Ministri competenti per presentare all’Unione Europea progetti sin da subito cantierabili.
In secondo luogo, si deve completare la formazione del Piano di Gestione SIC/ZPS IT3320037 della Laguna di Marano e Grado e del Piano di Gestione Regionale della Pesca e i suoi Regolamenti, e contemporaneamente realizzare il Piano di Gestione delle risorse Ittiche dell’Alto Adriatico condiviso tra i vari sistemi di pesca, realizzando filiere competitive e partecipando ai mercati transnazionali stabilendo procedure e rapporti di collaborazione nel settore con la Slovenia e Croazia.
In particolare, nell’ambito della programmazione regionale e del Piano di Governo del Territorio si dovrà prevedere uno specifico Piano della Laguna di Grado e Marano Lagunare in cui integrare le politiche ambientali, industriali, della pesca, della nautica e della ricettività in modo da considerare quel "territorio" unico ed unitario. Tre gli strumenti necessari: una sintesi delle proposte di investimento private nei campi del diportismo e dell’attrattività turistica, dispositivi di “compensazione ambientale” sia naturalistici sia territoriali-paesaggistici che prevedano la riprogettazione del territorio nel suo complesso, e tener conto delle “capacità di sopportazione” e della “sostenibilita’” data dalla somma degli interventi ipotizzati nella Laguna di Grado e Marano.
Altra azione è quella dello sviluppo dell’acquacoltura attraverso progetti specifici che favoriscano la ristrutturazione del comparto, l’accrescimento delle competenze professionali sulla base di “progetti pilota”, favorendo la ri-capitalizzazione delle imprese e delle cooperative di pescatori su progetti di crescita e innovazione.
Infine, è propritario semplificare le operazioni di sdemanializzazione di aree idonee e riconosciute dai Prg per l’insediamento di attività produttive e di supporto all’economia della nautica locale, come ad esempio l’Isola Dossat a Marano Lagunare.

lunedì 13 giugno 2011

La Cigo a Gorizia continua a crescere...

L'economia della Provincia di Gorizia sta bene? Non si direbbe andando a vedere i dati relativi alle ore di Cassa Integrazione richieste nel mese di maggio 2011 e confrontandole con quelle del solo mese precedente.

Complessivamente, infatti, quest'anno la Cassa Integrazione ha impegnato nel goriziano 182.456 ore, rispetto alle 113.909 del precedente mese di aprile. Un aumento di quasi 70mila ore, non certo poche. Se la Cassa integrazione ordinaria (chiesta per motivi che possono essere la mancanza di commesse e riduzione mercato) è solo leggermente aumentata ( dalle 46.379 ore di aprile si arriva infatti alle 54.517 di maggio) la Cassa integrazione in deroga (relativa ad artigiani e commercianti), non se la passa meglio: è salita dalle 28.754 ore di aprile alle 35.387 di maggio, segno della sofferenza delle imprese minori di tutti i comparti.

Ma il dato che spaventa di più è quello della Cassa integrazione straordinaria, che riguarda crisi di aziende e ristrutturazioni, che è cresciuta significativamente: dalle 38.776 ore di aprile alle 92.552 delle ultime rilevazioni del mese di maggio.

Come commentare questi dati? Semplice: la crisi, almeno in provincia di Gorizia, continua a mordere. E non va affatto presa sottogamba: ricordo che, dopo la mobilità e la Cigo, c'è solo il licenziamento. Per cui questo non è il momento di ritenersi al sicuro né di perdere tempo, come finora troppo spesso si è fatto.
Anzi: la giunta regionale in primis deve attivarsi per trovare la via del rilancio di un'economia, quella goriziana, che è stata troppo spesso sottovalutata, e che invece rappresenta la vita di migliaia di famiglie.

mercoledì 1 giugno 2011

Premio Noè: una risposta... pantianiccocentrica

«La necessità dello spostamento dell'evento Gran Noè è stata determinata da diversi fattori, in primis l'esigenza di sdoganare una manifestazione di carattere comunale/regionale su scala internazionale/nazionale».
E' stata questa la risposta che ho ricevuto dall'assessore regionale competente in merito alla mia interrogazione (condivisa da tutti i consiglieri regionali della Provincia a eccezione del leghista Razzini) sullo spostamento del Gran premio Noè da Gradisca a San Daniele. Una risposta che non ha affatto convinto.
L'assessore infatti sostiene che «la realizzazione del Gran Noè a San Daniele permette una maggior capitalizzazione delle risorse promozionali investite dalle regione visto il numero di presenza di visitatori». In pratica, la Regione punterebbe a mettere assieme prosciutto di San Daniele e vino, «come da più parti richiesto». Infine, Violino sostiene che «nella decisione ha avuto il suo peso anche il fatto che attualmente l'enoteca La Serenissima, che avrebbe dovuto rappresentare il fulcro della manifestazione, non è più disponibile, indicazione che non era stata fornita dall'amministrazione comunale durante gli incontri preliminari».

Insomma, tutto qui. Mi pare quindi che di motivi seri per lo spostamento non ce ne siano: si è trattato di uno scippo vero e proprio, della volontà pura di spostare una manifestazione importante nell'udinese (non bastava evidentemente averla già nel Friuli), dimostrazione di un vergognoso comportamento «pantianiccocentrico» (dal nome del paese natale dell'assessore). Niente altro.

lunedì 30 maggio 2011

Il premio Noè

La vicenda del “Gran Premio Noè”, in origine Noè d’oro” di Gradisca approda in consiglio regionale, con una mia interrogazione firmata da tutti i consiglieri regionali della provincia (Valenti, Marin, Brussa, Antonaz) ad eccezione del consigliere leghista Razzini, che evidentemente antepone le sue logiche politiche agli interessi del territorio.

Il Gran Premio Noè è un riconoscimento nato nel 1965 a Gradisca d’Isonzo come vetrina dei migliori vini e delle migliori aziende vitivinicole regionali, premiando ogni anno le eccellenze delle diverse categorie del settore.

L’evento era promosso dalla Regione in collaborazione, oltre che con il Comune di Gradisca d’Isonzo (finora) con associazioni di settore quali AISFVG (Ass. Italiana Sommelier), Assoenologi FVG, Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino), Slow Food FVG, e la Sala Bergamas a Gradisca d’Isonzo era sempre considerata sede storica del Gran Premio Noè.

A tal proposito ricordo le parole del vicepresidente della giunta regionale Ciriani del 2010, che in un’intervista a Fvg Tv ringraziava Sindaco e Comune di Gradisca d’Isonzo per l’aiuto dato al rilancio del Gran Premio Noè proprio a Gradisca, avendo aperto l’invito a tutte le aziende produttrici della regione e ad esperti e guide anche di fuori regione per dare più forza e valore al Premio.

Quest’anno però la Regione si avvale dell’Ersa (e non di Turismo Fvg) per l’organizzazione del Premio, e avrebbe già inviato ai produttori di vino del Fvg l’invito e il regolamento per la partecipazione, che prevede l’allestimento della “Enoteca del Gran Noè“ alla manifestazione Aria di Festa a San Daniele del Friuli dal 24 al 27 giugno 2011. Eppure, solo venti giorni fa la giunta di Gradisca d’Isonzo sarebbe stata rassicurata dall’assessore Violino e dal Direttore dell’Ersa Bellini sul regolare svolgimento a Gradisca del Premio.

Per questo, ho deciso di interrogare l’assessore competente per capire come mai a fronte di tali rassicurazioni, l’Ersa stava contemporaneamente inviando il regolamento dell’edizione 2011 con sede a San Daniele ai produttori vinicoli del Friuli Venezia Giulia.

Il premio Noè

La vicenda del “Gran Premio Noè”, in origine Noè d’oro” di Gradisca approda in consiglio regionale, con una mia interrogazione firmata da tutti i consiglieri regionali della provincia (Valenti, Marin, Brussa, Antonaz) ad eccezione del consigliere leghista Razzini, che evidentemente antepone le sue logiche politiche agli interessi del territorio.

Il Gran Premio Noè è un riconoscimento nato nel 1965 a Gradisca d’Isonzo come vetrina dei migliori vini e delle migliori aziende vitivinicole regionali, premiando ogni anno le eccellenze delle diverse categorie del settore.

L’evento era promosso dalla Regione in collaborazione, oltre che con il Comune di Gradisca d’Isonzo (finora) con associazioni di settore quali AISFVG (Ass. Italiana Sommelier), Assoenologi FVG, Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino), Slow Food FVG, e la Sala Bergamas a Gradisca d’Isonzo era sempre considerata sede storica del Gran Premio Noè.

A tal proposito ricordo le parole del vicepresidente della giunta regionale Ciriani del 2010, che in un’intervista a Fvg Tv ringraziava Sindaco e Comune di Gradisca d’Isonzo per l’aiuto dato al rilancio del Gran Premio Noè proprio a Gradisca, avendo aperto l’invito a tutte le aziende produttrici della regione e ad esperti e guide anche di fuori regione per dare più forza e valore al Premio.

Quest’anno però la Regione si avvale dell’Ersa (e non di Turismo Fvg) per l’organizzazione del Premio, e avrebbe già inviato ai produttori di vino del Fvg l’invito e il regolamento per la partecipazione, che prevede l’allestimento della “Enoteca del Gran Noè“ alla manifestazione Aria di Festa a San Daniele del Friuli dal 24 al 27 giugno 2011. Eppure, solo venti giorni fa la giunta di Gradisca d’Isonzo sarebbe stata rassicurata dall’assessore Violino e dal Direttore dell’Ersa Bellini sul regolare svolgimento a Gradisca del Premio.

Per questo, ho deciso di interrogare l’assessore competente per capire come mai a fronte di tali rassicurazioni, l’Ersa stava contemporaneamente inviando il regolamento dell’edizione 2011 con sede a San Daniele ai produttori vinicoli del Friuli Venezia Giulia.

domenica 22 maggio 2011

Le promesse impossibili...

Una legge su quattro bocciata dal ''governo amico''. Un consiglio regionale bloccato da mesi. Una politica industriale ed economica inesistente. E adesso dovremmo credere alle promesse elettorali che Tondo fa alla Cisint e al suo neo-alleato Blasig? E su cosa? Sulla liberalizzazione dell'autostrada, di cui Riccardi, fin da quando era direttore generale di Autovie, non ha mai voluto parlare? La stessa liberalizzazione per la quale abbiamo raccolto 5mila firme bellamente ignorate dalla giunta regionale? Bene, se adesso improvvisamente invece si può fare, perchè aspettare le elezioni? Si faccia subito. Sfido Tondo a portare in giunta entro la settimana una delibera di generalità che dichiari nero su bianco tale intenzione.

Un altro dei punti era l'unione di Comuni. Ma come? Proprio la giunta di centrodestra, che ha abolito le unioni di Comuni (le Aster) volute dal centrosinistra, adesso cambia idea? Senza peraltro chiedere che cosa ne pensano le amministrazioni di Staranzano e Ronchi...

Un altro punto è la metanizzazione della centrale. Fa piacere che finalmente Tondo la prenda in considerazione, visto che per tre anni non ha fatto assolutamente nulla in tal senso, cambiando anzi tre assessori alle Attività Produttive in tre anni, e facendo quindi mancare un punto di riferimento regionale. Con queste premesse, però, è difficile credere che dalle parole si passi ai fatti.

Mi spiace invece che nel presunto accordo non si sia presi in considerazione altri temi ben più importanti, come il sostegno alla nostre attività produttive, l'occupazione e i posti di lavoro, e soprattutto la questione sanità, che vede l'ospedale di Monfalcone perdere, giorno dopo giorno, le sue specialità, e soprattutto farne oggetto di una guerra di poveri tra la nostra città e Gorizia. Ma forse non è un caso, visto che lo stesso Tondo si è definito il ''garante della città di Gorizia in giunta''....

In conclusione, voglio lanciare un appello a tutti coloro che si riconoscono nell'identità di socialisti europei, e che credono in valori quali il bene comune, la solidarietà, la giustizia sociale e l'uguaglianza tra tutti i cittadini: un appello a non credere alle promesse elettorali dell'ultima ora, bensì a sostenere chi, non negli ultimi giorni ma da sempre, ha portato avanti con serietà e coerenza questi valori.

lunedì 9 maggio 2011

Dissociazione

In merito alle dichiarazioni riportare oggi dalla stampa da parte del nostro candidato alla carica di Presidente della Provincia nei riguardi di Luigi Blasig, Candidato Sindaco a Monfalcone, vogliamo esprimere a quest'ultimo la nostra più totale solidarietà. Abbiamo infatti sempre concepito la politica in modo alto e serio, in cui le discussioni devono avvenire su idee e progetti, mantenendo sempre un forte rispetto per gli avversari.
Le battute, specie quelle particolarmente infelici, non fanno parte del nostro bagaglio culturale. Per questo come consiglieri regionali del Partito Democratico riteniamo sia un dovere prendere le distanze da dichiarazioni e posizioni che non riconosciamo come nostre.
I consiglieri regionali Pd Giorgio Brandolin e Franco Brussa

mercoledì 20 aprile 2011

La mozione sull'interramento

Impegnare la giunta regionale a garantire il più ampio coinvolgimento delle varie istituzioni, Comuni e Province di Udine e Gorizia rispetto a eventuali prese di posizioni e scelte della Regione sull’elettrodotto Redipuglia-Udine Ovest; chiedere alla società Terna, entro il termine di 60 giorni previsto per la presentazione di osservazioni, la progettazione dell’interramento, così da garantire un impatto minore per l’ambiente, l’economia del territorio e la salute della popolazione; chiedere alla società Terna di mantenere l’impegno alla dismissione delle linee elettriche esistenti e non più necessarie.

E’ questo il sunto della mozione che ho presentato, di concerto con alcuni miei colleghi consiglieri, al presidente della Regione Tondo per mettere una volta per tutte la parola ‘’fine’’ alla vicenda dell’elettrodotto che passa per Redipuglia. E che DEVE essere interrato, come abbiamo più volte chiesto. Lo richiede la tutela della salute e del paesaggio.

mercoledì 13 aprile 2011

Codice per l'edilizia: basta lungaggini!

Il problema segnalato dal Collegio geometri di Udine in merito al regolamento del Codice regionale dell'edilizia non è il solo problema di questo settore. Un'altra questione è quella delle lungaggini delle gare di appalto, che in momenti come questi di crisi andrebbero velocizzate quanto possibile.

E questo è stato il tema affrontato in un'interrogazione presentata dal mio collega Colautti, relativa alla decisione del Governo di alzare a un milione e mezzo il limite degli appalti non più soggetti a gara europea, e quindi passabili di rito abbreviato. L'adeguamento a questo decreto, a giudizio di Colautti e anche mio, dovrebbe essere l'occasione per la Regione Fvg di riformare l'intero sistema dei bandi, supportando tecnicamente e giuridicamente l'attività delle società appaltanti. Molto spesso infatti in questo argomento c'è stata una certa ''carenza di regia amministrativa''.

La risposta di Riccardi? Che l'intenzione di rinnovare c'è, in quanto «l'impianto legislativo in questo momento è superato dal vero di nuovi strumenti sia nazionali che di direttive comunitarie». Riccardi rassicura che è sua intenzione «accompagnare il settore in un percorso che veda tutti protagonisti». Quindi si dovrebbero avviare dei tavoli di consultazione per arrivare a una norma che «metta chiarezza e consenta, alle singole stazioni appaltanti, l'applicazione dettagliata di norme» e possa «consentire alla Regione di esercitare la funzione di strumento di consulenza».

Di tempi precisi non si parla, ma le intenzioni messe finalmente nero su bianco sono già un passo avanti.

lunedì 4 aprile 2011

Il Superporto a Vado Ligure e qua si nicchia...

E' passato un mese e la storia è sempre quella: nessuna risposta precisa, niente di scritto, solo vaghe rassicurazioni che sul Superporto si sta lavorando. E intanto nel Milleproroghe vengono stanziati 300 milioni di euro per un progetto simile (realizzato con la partecipazione delle banche e di Maersk) in realizzazione a Vado
Ligure. Un progetto che non sarà in concorrenza con quello da realizzare a Monfalcone, ma il fatto dimostra che, mentre là il governo si impegna, qua non c'è alcuna certezza.

Questo nonostante le rassicurazioni dell'assessore regionale Riccardi, che dopo la risposta data un mese fa al mio collega Alunni Barbarossa torna a rispondere la stessa cosa, a 30 giorni di distanza, a un'altra interrogazione
presentata dal consigliere Codega. Anzi, c'è una novità: nella precedente Iri aveva assicurato che il 15 marzo ci sarebbe stato un incontro sul Superporto a livello nazionale. Adesso, ammette che l'incontro non c'è mai stato. E quindi? Niente, quindi la situazione è rimasta quella che era.

Riccardi afferma che «gli atti che sono stati predisposti sono a posto», che «Unicredit non deve firmare alcun tipo di atto, deve presentare una proposta di finanza di progetto che ancora non è stata presentata», e infine che «conferma che la Regione è impegnata, e mi auguro che questo obiettivo venga raggiunto al più presto».

A parte auguri e speranze, come si vede, ancora nulla di fatto.

martedì 29 marzo 2011

Il raccordo di Riccardi

L'assessore ai Trasporti Riccardi chiarisce la posizione (favorevole) della Regione sul raccordo Ronchi Sud-Ronchi Nord che collega Gorizia all'aeroporto. Bene, chiarisca allora anche questo punto oscuro: che fine farà allora lo snodo di San Polo? Il progetto viene buttato via? E lo si fa dopo aver chiesto a tutti i Comuni interessati di dare il loro parere sull'opera? E la stazione davanti all'aeroporto di Ronchi, si farà o non si farà? Visto che anche grazie al nostro voto sono stati stanziati i fondi necessari, vorremmo saperlo....

Non vorrei che, dopo aver già cestinato il piano Sonego elaborato nel 2007, adesso si butti via anche il nuovo progetto sul quale i Comuni sono andati a esprimersi. Perchè chi deve fare le intese con il Governo, lo ripetiamo ancora una volta, non sono i Comuni, ma la Regione, e la Regione deve quindi avere le idee chiare.

Questa volta quindi Riccardi pare non essere riuscito a dire di ''sì'' a tutti come è sua abitudine: stavolta, per dire di sì a Romoli dovrà dire di no ai Comuni. E a questi ultimi rivolgo un pensiero: che riflettano bene sul rapporto con Riccardi, che prima sostiene una cosa e poi ne fa un'altra. A meno di non avere un'idea per il passaggio delle merci davanti all'aeroporto... che a questo punto dovrà essere illustrata, e in tempi brevi.

lunedì 28 marzo 2011

La Regione investa sulla Meteor!

Si parla di incentivare le eccellenze. Ebbene, quella della Selx-Galileo è un'eccellenza e la Regione deve fare tutto il possibile per consolidare politiche di crescita futura. In che modo? Investendo in nuove produzioni per il futuro, quali ad esempio la realizzazione di simulatori per uso civile. Questo è il concetto, condiviso dai sindacati, emerso dall'incontro con le Rsu dello Stabilimento Selex Galileo di Ronchi dei Legionari, alle cui vicende mi sono interessato fin dai tempi  in cui ero alla presidenza della Provincia di Gorizia.

I velivoli senza pilota e i simulatori prodotti a Ronchi dei Legionari sono un’eccellenza primaria nel panorama industriale del Friuli Venezia Giulia. In un contesto globale che richiede sempre più specializzazione ed eccellenza, questo patrimonio sia progettuale che produttivo deve venir capitalizzato con politiche adeguate: ritengo infatti e che le attività sui target, gli UAV  e quella di Simulazione rappresentino un’importante potenzialità di occupazione di alto livello per i giovani del territorio.

Si parla tanto di creare eccellenze, e ancora di più in questo caso la Regione dovrebbe attuare politiche specifiche per ancorare al Friuli Venezia Giulia una realtà nota a livello mondiale che esiste, opera da tempo  e crea  prospettive di crescita e  ricadute industriali. Se a Ronchi dei Legionari sono decenni che i bersagli teleguidati  vengono venduti con successo su diversi mercati mondiali, non è certo un caso.
E’ basilare che  gli impegni, assunti da Finmeccanica ai tempi dell’assorbimento di Meteor, trovino compiuta attuazione nella realizzazione di prodotti per il futuro con più versioni per l’aerobersaglio  Mirach e per il tattico Falco oltre che ovviamente  per tutta la gamma dei simulatori anche nell’ottica del loro importante impiego in campo civile. Investire oggi per raccogliere domani  dovrebbe essere una parola d’ordine  per i vertici regionali, ai quali non può sfuggire  il contenuto concreto offerto dalla missione industriale di questo Stabilimento.

martedì 15 marzo 2011

Il tentennante Riccardi...

Che cosa ha fatto la Regione per difendere il Superporto di Monfalcone? La risposta si trova nella replica dell'assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi a un'interrogazione presentata in consiglio regionale dal mio collega Alunni Barbarossa.

Che cosa spiega Riccardi in merito ai 400 milioni conferiti a Venezia e i 30 negati a Monfalcone? Che «questi 400 milioni a Venezia io non sono riuscito a trovarli». E che cosa ha fatto la giunta regionale per assicurarsi il Superporto? Riccardi spiega che la giunta «ha predisposto dei contenuti che dovrebbero essere inseriti all'interno dell'intesa, e ha corso su questo tema, sottoponendo allo Stato tempo fa la sua totale disponibilità». E afferma ancora di aver avuto il via libera di due ministri: Matteoli («il quale formalmente ci ha detto di condividere questo progetto, per due sostanziali ragioni: la prima, perchè condivide la coerenza dell'impostazione strategica dell'Alto Adriatico come sistema; la seconda perchè c'è una significativa e rilevante disponibilità da parte del capitale provato») e Fitto («Sarò al Ministero delle Infrastrutture – spiega Riccardi - per capire quale sarà il percorso di dettaglio nella definizione dell'intesa Stato-Regione, che già il ministro Fitto si è detto pronto a far proseguire»).

Che cosa dire? Che, come afferma anche il consigliere interrogante, si giunga finalmente a qualcosa di concreto, visto che finora dalla Regione si è visto poco (e anche le risposte di Riccardi non aggiungono granché). E, come ho detto in passato, quello che serve è una pronuncia non dei singoli ministri ma dell'intero governo, Tremonti soprattutto, a favore del progetto.

martedì 8 marzo 2011

Il bilancio dell'attività 2010

Mi sembra giusto, a conclusione dell'anno e adesso che sono stati resi noti i dati regionali, fare un piccolo bilancio del mio lavoro come consigliere regionale. Nel 2010 ho totalizzato 65 presenze in aula e nessuna assenza.

Ho portato all'attenzione dell'assemblea due interpellanze, sei interrogazioni a risposta orale, cinque interrogazioni a risposta scritta, nove mozioni, tre ordini del giorno e sette proposte di legge, di cui in tre casi sono stato relatore di minoranza (nel 2011, peraltro, sono già due le proposte di legge di cui mi sono fatto portavoce per l'opposizione). In tutto, quindi, trentadue provvedimenti oltre alle normali attività di esame in commissione.

In particolare sottolineo le sette proposte di legge, che da sole sono un terzo dell'attività annuale del Consiglio: in tutto il 2010 infatti sono state 23 le leggi approvate.

Di questo devo ringraziare tutti voi, che da sempre mi avete fato spunti e segnalato fatti che poi ho provveduto a portare all'attenzione della giunta regionale. Adesso si comincia con il 2011, e ho intenzione di fare altrettanto se non di più.

martedì 1 marzo 2011

La Fregatura ai Comuni!

La Regione fa una norma, la norma viene bocciata e la Regione scarica sui Comuni la decisione se applicarla o meno. E' la denuncia che rivolgo all'assessore regionale competente, nata da una segnalazione pervenutami dal Comune di Gradisca d'Isonzo.

Vi riassumo la vicenda: in data 21 febbraio 2011 è stata diramata, dal Servizio edilizia della Regione, una comunicazione a tutti i Comuni della regione per ricordare gli adempimenti che gli stessi devono porre in essere nel 2011 per usufruire delle agevolazioni per il sostegno alle locazioni. Nella comunicazione si fa riferimento in particolare al requisito della residenza per i beneficiari, specificando che è stata emessa un’ordinanza dal Tribunale di Udine che dichiara discriminatorio tale requisito. Lungi dal sospendere la normativa in oggetto, la Regione lascia invece ai Comuni la decisione di tenere conto o meno di tale ordinanza: così almeno viene riportato nella comunicazione inviata ai Comuni.
Una situazione paradossale: l’Amministrazione regionale, dopo aver assecondato le sconsideratezze leghiste sulla residenzialità, dovendo poi intervenire più volte in leggi e regolamenti, non può scaricare le responsabilità sugli Enti Locali, obbligandoli o a disapplicare la norma regionale o a non rispettare la decisione del Tribunale, esponendosi al rischio di possibili ricorsi!

Per questo ho deciso di interrogare l’assessore competente per sapere se non ritenga utile intervenire per eliminare i criteri di residenzialità, laddove previsti, per non incorrere ancora in decisioni governative o giudiziarie sull’anticostituzionalità delle norme.

martedì 22 febbraio 2011

Incidente in Fincantieri: il momento della riflessione

Questo è il momento del silenzio. Della vicinanza alle famiglie, della riflessione. Il tempo per parlare verrà dopo. Al momento, quello che mi sento di fare, da figlio di operaio del cantiere, è rivolgere il pensiero alla famiglia e ai colleghi dell'operaio vittima del suo lavoro, e mandare loro le mie più sentite condoglianze.

mercoledì 16 febbraio 2011

I 150 anni di Romoli

Trasformare i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia in una burletta non era facile: il centro destra, la Lega e adesso anche Romoli ci sono riusciti. Complimenti. Non trovo altre parole per commentare le dichiarazioni odierne del sindaco di Gorizia.

Da parte mia, posso solo dire che mi sento orgogliosamente italiano ed europeo; e che le dichiarazioni qualunquistiche di Romoli, che si collocano nella scia delle prese di posizione nazionali di altri esponenti del centro destra, hanno reso ridicolo sentirsi italiani ed europei. Perchè parlo di dichiarazioni qualunquistiche? Perchè si riduce un'occasione unica come i 150 anni dell'Unità d'Italia alla sola discussione sul lavorare o meno. Aprire o chiudere gli uffici pubblici dovrebbe essere l'ultima preoccupazione in questi frangenti: si festeggia l'unità d'Italia non ''per non lavorare'', ma per sentirsi parte della nazione, di un'unità. Concetto che è stato ridicolizzato e ridotto alla baruffa se aprire o meno gli uffici pubblici.

Romoli dice che la ricorrenza si sarebbe festeggiata meglio con convegni e momenti di discussione? Bene, che faccia l'elenco degli eventi che il suo Comune ha organizzato. Rimane il fatto che dovremo aspettare altri 150 per festeggiare nuovamente questo traguardo, e allora né io né Romoli ci saremo. Ecco quindi un'altra occasione persa, povera Gorizia e povera Italia.

lunedì 7 febbraio 2011

Gherghetta mente o davvero non sa?

12214/04-10: basta un numero per distruggere la convinzione di Enrico Gherghetta di essere il primo Presidente della Provincia a portare il piano rifiuti in Consiglio Provinciale. Questo è infatti il numero della delibera del Consiglio Provinciale, datata 3 maggio del 2004, con cui è stato approvato il Piano rifiuti elaborato, con un percorso partecipativo non da poco, dall'allora mio assessore Franco Sturzi e dagli uffici provinciali. Un lavoro che ha coinvolto per mesi i sindaci, i comitati e la stessa Iris per creare un Piano quanto mai partecipato e condiviso, perchè «trasparenza, partecipazione e condivisione» sono le tre parole d'ordine che hanno caratterizzato la nascita di un documento approvato in Regione nel dicembre di quell'anno. E non lo dico per me, quanto per ribadire la mia stima a Sturzi e ai dipendenti provinciali che sono arrivati a questo importante traguardo. Gherghetta dunque s'informi, perchè o mente sapendo di mentire, oppure non è neppure a conoscenza dei pregressi del suo lavoro, e questo è particolarmente grave.

domenica 6 febbraio 2011

I tir turchi a Monfalcone: ripensare una sinergia con Trieste

Che il passaggio dei tir turchi a Monfalcone sia l'occasione per ripensare a una nuova sinergia tra i porti di Trieste e Monfalcone anche e soprattutto in vista del Superporto: è questo il mio auspicio per il futuro. L'attuale arrivo dei tir dal Porto triestino, infatti, è un caso di emergenza e come tale va risolto in fretta. Ma perchè non farne il primo passo per una nuova collaborazione tra Trieste e Monfalcone? Ovvero, si potrebbe prevedere anche per il porto monfalconese agevolazioni e tariffe uguali a quelle triestine, così da poter ospitare sempre a Monfalcone i traghetti che non trovano posto a Trieste. In questo modo il passaggio dei tir non sarebbe più solo un passaggio, ma creerebbe un valore aggiunto sul territorio sia in fatto di introiti che di persone impiegate. E il modo anche ci sarebbe: basterebbe che la Camera di Commercio completasse progetto delle Autostrade del Mare per creare una vera sinergia tra Monfalcone e Trieste così da favorire entrambe le realtà. Quella di questi giorni, come detto, è l'emergenza: ma è anche, secondo me, il punto di partenza da cui lavorare.

giovedì 3 febbraio 2011

E un'altra legge viene rimandata al mittente...

Ancora una volta il governo nazionale “amico” presenta ricorso alla Corte Costituzionale per la dichiarazione di illegittimità di una norma appena approvata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con i voti della sola maggioranza di centrodestra. C’era da aspettarselo!

Del resto, durante la discussione sia in IV Commissione che in Aula, il gruppo del PD aveva messo in guardia i saccenti legislatori di maggioranza sul dubbio che alcune parti della Legge di manutenzione 2010 corressero qualche rischio di illegittimità. Bisogna ricordare che tutto l’iter della norma è stato a dir poco farraginoso e superficiale, e questo alla fine è il bel risultato di una politica annunciata e mai praticata.

Sulle parti di norma oggetto di riscorso già in passato il governo aveva sollevato dubbi e presentato ricorsi che la Corte aveva accolto. Pertanto, anziché modificare le normative sulla base della sentenze della Corte costituzionale e quindi chiudere le questioni aperte ormai da troppo tempo, la maggioranza ha preferito giocare col fuoco e sfidare una volta in più i fini giuristi romani. Le materie oggetto di ricorso riguardano tanto per cambiare la disciplina della caccia, le concessioni idrauliche e la valutazione di impatto ambientale.

In particolare, per quanto riguarda la materia della caccia, è stata giustamente contestata la disposizione vergognosa, voluta dalla Lega Nord, che prevede la registrazione sul tesserino a fine giornata degli esemplari abbattuti e che quindi non consente il necessario controllo durante l’azione di caccia. Appare incredibile perciò come questa maggioranza continui a produrre leggi raffazzonate, inconcludenti e che portano danno all’intera comunità regionale.

martedì 25 gennaio 2011

Piano casa: fallimento!

Riporto la nota inviata sul Piano casa assieme al collega Iacop.


I consiglieri regionali del PD, Giorgio Brandolin e Franco Iacop, intervengono in merito alle disposizioni regionali in materia antisismica che rallentano e ostacolano gravemente le attività edilizie con una burocrazia fuori dal tempo e dalla realtà e registrano anche il flop del “Piano casa”.

Dopo gli operatori del settore, tutti si stanno accorgendo delle ulteriori difficoltà in cui va incontro l’edilizia, con l’applicazione della L.R. 16/2009, riguardante le “norme per la costruzione in zona sismica e per la tutela fisica del territorio”.
Il gruppo consiliare del Pd, in tempi non sospetti, aveva criticato i contenuti della norma ed ora in avanzata fase applicativa, il settore dell’edilizia regionale e di conseguenza l’economia regionale, scontano amaramente le dolorose conseguenze generate da una severità procedurale assurda e “barocca”.

Il disappunto è ancor di più accentuato in quanto, trovandoci in una zona d’Italia dove il rispetto della legalità e delle norme è un fatto del tutto scontato e normale, si è costretti ad affrontare difficoltà burocratiche senza precedenti e forse, anche senza grandi significati per ciò che le nuove norme vogliono tutelare in un territorio come il Friuli dove la cultura antisismica è un dato acquisito e consolidato.

Le rimostranze dei due consiglieri regionali del PD sono dirette nei confronti dell’attivazione di procedure complesse da superare, in forma assolutamente indifferenziata, per ogni tipo di costruzione, dal grande capannone al deposito attrezzi.

“Verrebbe da chiedere – interpellano Brandolin e Iacop - a quegli amministratori regionali di maggioranza, paladini di sostegni all’edilizia, di snellimento e di semplificazione delle procedure, se oggi si rendono conto della portata disastrosa che le incombenze previste comportano a questo settore, già di per se in grave difficoltà a causa della crisi e della indisponibilità di risorse economiche e finanziarie dei cittadini.”

Molti si chiedono che fine abbia fatto il Piano casa, certamente una buona idea, ma chi riesce ad attivarlo e con quali denari? Tra i vari benefici promessi dalla Giunta regionale, il “piano casa” doveva dare una boccata di ossigeno al sofferente settore delle costruzioni, in particolare alle piccole imprese e agli artigiani specializzati in opere residenziali. Invece, ad un anno dall’applicazione della legge regionale n.19/2009 – sostengono Brandolin e Iacop - ben poche sono le domande di ristrutturazione e ampliamento in base al “Piano casa” . basti pensare che le pratiche presentate nella città di Udine sono solamente una sessantina. Un volano pesante quindi che non ha alimentato quell’onda di piccoli investimenti da più parti auspicata.


Oppure dov’è finita la tanto vantata semplificazione delle procedure sugli appalti delle opere pubbliche?
Oggi, mentre stanno partendo i lavori della grandi infrastrutture stradali (collegamento “Villesse-Gorizia” e terza corsia A4), appannaggio delle grandi ditte di costruzioni, le piccole e medie imprese edili sono praticamente ferme ed i professionisti del settore debbono tormentarsi nel produrre una serie infinita di atti, anche per la costruzione della legnaia. Si rallenta così l’inizio dei lavori, si bloccano i cantieri, impedendo ogni tipo di ripresa, in attesa di verifiche e calcoli doppi e tripli, che certifichino la bontà e la competenza di progettisti, di calcolatori e collaudatori. Ma non ci sono già fior di professionisti che lavorano, calcolano, progettano e si assumono con la loro firma ogni tipo di responsabilità?
Tutto ciò ha messo in moto un guazzabuglio procedurale, che non sarebbe accettabile per le strutture di particolare importanza figuriamoci per il garage o l’ampliamento di un locale di servizio.
L’”odissea” procedurale è a dir poco insopportabile.
Evidentemente – affermano i consiglieri democratici - chi ha approvato la legge 16/2009 non si rende conto del danno prodotto al sistema economico, in primis alle PMI e infine al cittadino committente.
Nonostante le denunce inascoltate della minoranza consiliare che sollecita da tempo una revisione della normativa, la pesante situazione burocratica sta sempre più congestionando gli uffici tecnici regionali e comunali, sommersi dalle pratiche, paralizzando l’attività dell’edilizia e creando grossi problemi all’economia, penalizzando fortemente chi sta investendo con la costruzione, oltre all’edilizia residenziale, di nuove infrastrutture (stabilimenti industriali, opifici artigianali e capannoni agricoli).
Chi ha creato il guaio (Tondo & co) – concludono Brandolin e Iacop - non deve limitarsi ai proclami ma deve riparare i danni provocati dall’approvazione di disposizioni assurde in Consiglio regionale, dal valzer degli assessori e dalla confusa nonché inefficace riorganizzazione degli apparati regionali, intervenendo subito per un tempestivo aggiustamento interpretativo della norma con l’obiettivo mirato ad una reale semplificazione dell’attività edilizia che consenta di risollevare un settore fondamentale per l’economia regionale.

GIORGIO BRANDOLIN –
FRANCO IACOP

lunedì 24 gennaio 2011

La posizione del PD sulla Tav

In relazione all'assemblea svoltasi a Jamiano sul tema del nuovo tracciato del Corridoio 5, preciso che il Partito Democratico regionale discuterà della questione dell'Alta velocità/Alta capacità nell'ambito di un incontro convocato dalla segretaria regionale Debora Serracchiani il giorno 12 febbraio 2011. L'incontro tratterà del tema delle infrastrutture in generale e, in particolare, anche delle nuove ipotesi di tracciato di Alta velocità. L'incontro servirà a elaborare una posizione unitaria del PD regionale, non ancora definita al momento, visto che il nuovo tracciato è stato reso noto solo dieci giorni fa.

Ribadisco quindi che le posizioni da me prese nel corso dell'incontro svoltosi a Jamiano sono posizioni personali, e note da tempo: ho infatti sempre ritenuto indispensabile realizzare tutti i componenti del Corridoio 5 (strade, corridoi energetici, corridoi telematici, Alta velocità e Alta capacità) e, per quanto riguarda l'Alta velocità, la mia proposta è che ci si fermi al polo intermodale che dovrà essere realizzato davanti all'aeroporto di Ronchi dei Legionari, proseguendo quindi nel tratto seguente solo con il potenziamento delle linee già esistenti; posizione peraltro condivisa anche dal consigliere Franco Brussa.

mercoledì 12 gennaio 2011

L'intervista sul Piccolo

«Vescovini ha ragione, dobbiamo svegliarci»

12 gennaio 2011 — pagina 07 sezione: Gorizia

di ROBERTO COVAZ
Bono e Vescovini da una parte, Confindustria e Camera di commercio di Gorizia dall’altra. La sfida, impari in partenza, è cominciata. E dagli spalti Fasola incita alla secessione da Gorizia. È il caso di mettere il pallone al centro in questo dibattito dai toni aspri ma dai contenuti essenziali per pensare al futuro della nostra provincia. Ci prova Giorgio Brandolin, consigliere regionale Pd ed ex presidente della Provincia, quella Provincia dell’unità e dei servizi plasmata in due mandati e che ora sembra sbriciolarsi. Il tutto nel silenzio assordante della politica goriziana e del Pd, cui Vescovini appartiene, tutto teso a cercare un improbabile equilibrio ad uso interno che ricorda concetti impalpabili da prima repubblica come le convergenze parallele. Altro che starsene zitti, bisogna discutere, capirsi, scontrarsi semmai; purché si venga a capo di un progetto-Provincia.
Brandolin, perché Gorizia tace?
«La politica goriziana tende a chiudersi attorno al suo castello e non vuole vedere ciò che accade a monte e a valle dell’Isonzo. Meno male che c’è Romoli».Ha detto proprio Romoli?«Sì, lui è il vero presidente della Provincia. È lui che conta in Regione, lui che parla con Tondo, lui che interviene sul superporto, lui che decide le linee sulla sanità. Peccato non sappia essere più coinvolgente; dà l’impressione di seguire solo gli interessi più vantaggiosi per Gorizia».
Da cui vuole scappare Fasola...
«Fasola è preparato e intelligente ma ha il difetto di origine di essere visceralmente anti-goriziano. Non credo che il Monfalconese avrebbe vantaggi sotto Trieste. Anzi. Dobbiamo ridiventare più autorevoli e stare alla larga dai soliti potentati che mirano ai nostri porto, aeroporto, eccetera».
Pare di leggere una critica a Vescovini che boccia senza mezzi termini la politica isontina?
«Niente affatto. Il mio amico Di Bert, presidente degli industriali di Gorizia, già un anno fa ammise pubblicamente che Assoindustria isontina doveva collegarsi a quella di Trieste. Vescovini, come Marchionne e Bono, ci sta dicendo che il mondo è cambiato. Serve un nuovo approccio alle relazioni sindacali. Dobbiamo cambiare tutti, politici, industriali, sindacalisti. Purtroppo il pesce puzza dalla testa; in questi anni Berlusconi ha bellamente ignorato la necessità delle riforme pensando solo a risolvere i suoi guai».
Ha qualche suggerimento?
«Quando diventai presidente della Provincia nel 1997 l’Isontino era in crisi. Creammo, soprattutto grazie a pensatori del calibro Enzo Bevilacqua e Lorenzo Papais, un tavolo di confronto con tutte le categorie coinvolte. Così nacque una giunta in cui c’era un vicepresidente sindacalista, Vittorio Brancati, e un imprenditore, Luciano Migliorini. Una giunta che era il punto di sintesi delle istanze del territorio. Penso si debba tornare al confronto senza pregiudiziali. Si parla di crisi del lavoro e si pensa agli operai. Giusto, ma non sono mica loro le sole vittime. Pensiamo agli artigiani, ai laureati disoccupati, all’esercito delle partite Iva. Dobbiamo saper dialogare in un modo, nuovo, con Fincantieri e in un altro modo, sempre nuovo, con l’azienda di dieci dipendenti. È finita la stagione di certe rivendicazioni».
Ci vorrebbe una Provincia più forte e forse serviva un dibattito più approfondito sulla candidatura del presidente Pd?
«In cinque anni nessuno all’interno della maggioranza che sostiene Gherghetta l’ha pubblicamente criticato. Dunque, giusto evitare le primarie e ricandidarlo. Deciderà la gente».
Si stanno sfarinando le peculiarità della nostra provincia, pensiamo ai servizi tanto faticosamente accorpati sotto la sua presidenza.
«È vero, allora bisogna guardare altrove. Penso alla collaborazione transfrontaliera nel maggior numero possibile di settori, penso all’opportunità di saper accettare e sfruttare le infrastrutture che interesseranno l’Isontino. Ma per ottenere questi risultati abbiamo bisogno, ripeto, di autorevolezza in chi rappresenta le istituzioni. Oggi, a parte Romoli, non c’è».
Cartina di tornasole sulla salute dell’Isontino è la sanità. Sull’Area vasta con Trieste è possibile invertire la rotta?
«No, la partita è ormai persa».

martedì 11 gennaio 2011

Fincantieri e la mancata firma

L'argomento principale delle vicende di questi ultimi giorni non può essere la critica a Fincantieri per la decisione di non rinnovare l'adesione alla Confindustria locale. Il vero punto focale della questione, a mio giudizio, è invece il dover constatare che l'organizzazione del lavoro pensata negli anni '80 e '90 (che vedeva gli operai schierati da una parte e la direzione aziendale dall'altra) è ormai tramontata, e che ci si dovrà muovere di conseguenza.

È inutile quindi agire ''per partito preso'', si deve iniziare a invece ragionare sul fatto che siamo tutti sulla stessa barca: quello che interessa alle aziende è continuare a lavorare, e quello che interessa alle persone è trovare un lavoro o mantenerlo. Invece di andare allo scontro, come invece si sta facendo, si dovrebbe superare la contraddizione sindacati-azienda. Questo, chiaramente, non significa che si deve derogare da diritti acquisti e sacrosanti che non vanno toccati, ma sicuramente significa che si dovrà riflettere sul modo di organizzare il lavoro anche a Monfalcone, non pensando magari solo alle garanzie dei lavoratori ma anche a chi nel mondo del lavoro non riesce più ad entrare, come i giovani.

Si tratta di un compito che non può essere della politica locale, bensì del governo nazionale, sulle orme di quanto hanno fatto altri esecutivi: mi viene in mente Ciampi con la ''nuova concertazione'', un sistema che adesso è passato e che si dovrà superare con altri interventi, magari trovando uno strumento più agile, che possa essere adattato alle esigenze dei vari territori. Un altro esempio, nel nostro piccolo, lo abbiamo con l'azione provinciale nell'ambito del Patto Territoriale, che puntava proprio a trovare delle risposte adatte alle esigenze locali, mettendo assieme tutti i soggetti interessati. Purtroppo il governo è invece immobile e delega agli imprenditori il compito di ripensare il lavoro: una cosa assolutamente inaccettabile.