martedì 26 luglio 2011

Ticket? Una follia!

Tralasciando il fatto che non si capisce perché il Fvg, pur avendo la piena gestione in materia sanitaria, si ostini a voler far pagare il ticket sanitario, è una vera e proprio follia quella proposta da Tondo e Kosic sul ticket ''retroattivo''. Si rischia di creare un disagio enorme a centinaia di persone, anziani in primis, che si vedranno arrivare a casa la comunicazione dell'Azienda Sanitaria. Tanto più che tra stampa, spedizione, raccomandate e chissà che altro si andrà a spendere più di quello che si recupera, come è stato ogni volta che si è cercato di introitare retroattivamente delle somme. Quindi: che la Regione Fvg stanzi di tasca sua i fondi che servono a coprire la somma necessaria e fine, e che Tondo e Kosic facciano un ragionamento prima di dire ''sì'' a qualunque comunicazione venga dagli uffici. Si eviterebbero brutte performance come queste, che agli occhi di tutti sono una vera e propria follia.

mercoledì 20 luglio 2011

abolire le Province? Meglio unire i piccoli comuni...

L'abolizione delle Province proposta da Romoli? Solo una 'discussione ''estiva'', che serve a prendere un po' in giro gli elettori e lascia il tempo che trova. Come anche la proposta di Razzini di unire Trieste e Gorizia. Quello che la Regione potrebbe fare, invece, è unificare i piccoli Comuni e non per risparmiare sui costi della politica, bensì sulla burocrazia.



Romoli dovrebbe infatti ben saperlo che la Regione non può abolire le Province: serve una legge costituzionale, e l'occasione c'era la scorsa settimana in Parlamento con la proposta bocciata dal centrodestra (Pdl e Lega) e con l'astensione – discutibile - anche del Pd. Quindi si finisca di parlare a vanvera e ci si occupi di cosa concretamente si può fare per venire incontro ai cittadini.
E questo vale anche per il consigliere Razzini: sa benissimo che la soluzione per il territorio di Trieste dovrebbe essere una grande città metropolitana, e basta. Quindi parlare di unione tra provincie non ha nessun senso.



E allora non c'è niente da fare? No. Una cosa la Regione potrebbe farla: prevedere l'accorpamento tra i piccoli Comuni, magari non mettendo la soglia dei 18mila abitanti di cui ha parlato il presidente Napolitano bensì una più bassa, ma comunque facendo in modo di rendere i servizi più efficienti: per esempio nella Provincia di Gorizia basterebbero cinque Comuni(ovvero Monfalcone, Gradisca, Cormons, Grado e Gorizia) così da garantire i servizi a un costo minore. Ci sono infatti piccole amministrazioni che non riescono più neppure a pagare il personale. E alcuni Comuni questa strada la stanno già percorrendo: penso ad esempio all'unione tra le Polizie municipali, che ha permesso di creare economie di scala notevoli.
Ecco quindi la mia proposta: invece di puntare all'obiettivo impossibile di abolire le Provincie, si cominci con il creare Comuni più grandi invece di tante piccole amministrazioni, non solo per risparmiare i posti di sindaco e consigliere, ma soprattutto per evitare, ai cittadini, le lungaggini della burocrazia.

lunedì 11 luglio 2011

Gherghetta: più umiltà e coerenza, per favore...

Scopro oggi con rammarico per i cittadini dell'Isontino che il neoeletto presidente della Provincia di Gorizia, Enrico Gherghetta, ha già deciso di ''fare il salto'' autocandidandosi alla guida della Regione Fvg, ben sapendo che la sua candidatura significherebbe dimissioni anticipate e nuove elezioni. Ha comunicato questa sua incredibile decisione, prima di renderla pubblica, al segretario provinciale del Pd e al capogruppo del Pd in provincia? E, soprattutto, ha pensato che questa sua uscita è una presa in giro per i cittadini che lo hanno votato con un compito ben preciso: un mandato di cinque anni e un programma da portare a termine? Non credo...

Invece di fare programmi mirabolanti, ascolti quello che lo invito a fare.

In primo luogo, lo invito a lavorare con serietà e umiltà a far sì che Gorizia non condivida più, assieme a Enna, il triste primato di provincia in cui i giovani trovano più difficilmente lavoro.

In secondo luogo, lo invito ad andarsi a leggere la proposta depositata più di dieci mesi fa da tutti i consiglieri regionali del Pd, sulla riduzione dei costi della politica e del numero di consiglieri regionali, una proposta presentata senza attendere le sue ''illuminanti'' uscite.

In terzo luogo, lo invito a guardare un po' la pagliuzza nel suo occhio: quando, nel 2004, presentammo la revisione dello statuto, fu proprio lui, consigliere di maggioranza, a opporsi alla mia ipotesi di riduzione del numero di consiglieri regionali. Alla faccia della coerenza...

Capisco che, nell'attuale deserto di valori, essere coerenti non è più di moda, lo ha ben dimostrato il nostro presidente del consiglio in questi ultimi mesi. Ebbene, non possiamo non constatare che anche nel Pd ci sono dei ''Berlusconini'' privi di valori per i quali la coerenza è un optional. Povera provincia di Gorizia, e povero Pd.

martedì 5 luglio 2011

Il Pgt? Nel caos!

Il Piano di Governo del Territorio, che doveva essere una necessità urgente, è ancora al palo, ma per l'assessore Riccardi va ''tutto bene'', si tratta solo di ''diverso metodo organizzativo''. E' questa la risposta (insoddisfacente) alla mia interrogazione sulla questione della predisposizione del nuovo Pgt.

Dopo aver abrogato nel 2008 la riforma avviata dalla giunta precedente di centrosinistra ed aver reintrodotto la vigenza del vecchio PURG del 1978, il centrodestra, con l’Assessore all’urbanistica Seganti, aveva approvato la LR 22/2009 “Procedure per l’avvio della riforma della pianificazione territoriale regionale” con la dichiarata intenzione di procedere entro un paio d’anni alla riforma del settore, tanto che si era proceduto con un appalto per la redazione dei documenti necessari.

Sono trascorsi quasi due anni dalla annunciata riforma, ma non si vede ancora nessun risultato concreto. Nel frattempo la Giunta regionale ha subito un rimpasto e la Seganti ha ceduto le deleghe della pianificazione e dell’urbanistica a Riccardi. La gara è stata esperita con l’apertura delle buste offerta e condizioni, ma non è dato sapere a che punto è giunta la valutazione della commissione. Anzi, nel maggio del 2011 si è saputo che l'indizione della gara non ha rispettato la tempistica prevista, e che addirittura si è dato il via a redazione di un nuovo strumento urbanistico. Insomma, il caos.

Non si tratta, attenzione, di un problema per gli addetti ai lavori: mancando una programmazione generale dell’utilizzo del territorio, ci sarà sempre il rischio che nelle scelte fondamentali per la vita delle comunità, prevalgano interessi del momento e imposizioni avventate calate dall’alto. Facendo prevalere i piani di settore (ad esempio quello delle attività estrattive o quello dei trasporti) al Piano di Governo del Territorio, accadrà che per esempio la scelta se realizzare o meno una strada non dipenderà da una scelta strategica per il benessere collettivo generale, ma da esigenze miopi ed improvvisate che risponderanno a logiche territoriali o a interessi locali.

Come replica Riccardi a questo? Affermando che il nuovo Pgt era necessario perché «lo sviluppo della comunità non poteva trovare riferimento in una previsione formulata in tempi lontani» e che, in considerazione e dell'ormai imminente approvazione del Piano delle Infrastrutture e della Logistica, si svilupperanno «i documenti per il nuovo Pgt in tempi compatibili con le esigenze», lavoro che comprenderà «l'intero arco temporale della legislatura». Per questo Riccardi non condivide «né la valutazione di fallimento della politica di governo», né la «sussistenza di visioni contrapposte nella medesima giunta», in quanto «diverso è solo il metodo organizzativo».
E' evidente che ci troviamo di fronte a due visioni contrapposte della medesima Giunta, in cui quella di Riccardi cancella quella precedente della Seganti e fa ripartire quasi da zero l’iter della riforma, salvo dichiarare che per la predisposizione del nuovo PGT verranno utilizzati tutti i documenti prodotti finora e quindi anche il prezioso lavoro della giunta precedente.