venerdì 27 marzo 2015

Richiedenti asilo, audizione schengen: urge piano regionale accoglienza

Due sono i motivi per i quali le città di Gradisca e Gorizia  si trovano a dover assorbire quasi l'intero carico dei richiedenti asilo in provincia: primo, che le commissioni territoriali di Padova e Venezia non sono ancora completamente a pieno regime; secondo, la mancanza di alternative per l'accoglienza a parte il Cara. Questo, spiega il deputato Pd Giorgio Brandolin, è quanto è emerso nel corso dell'audizione del Capo Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del Ministero dell'Interno, prefetto Mario Morcone al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen. Il primo problema risolverà a breve, visto che già entro qualche settimana le due commissioni saranno del tutto operative, con notevoli sgravi per il nostro territorio. Il secondo invece si risolverà quando la Regione Fvg determinerà, con il Piano regionale di accoglienza, quali Comuni saranno dotati di strutture di accoglienza e per quanti rifugiati. Morcone ha ricordato che in tutta Italia si parla di 80.000 richieste, che dovrebbero essere divise proporzionalmente alla popolazione. La quota del Fvg dovrebbe aggirarsi sui 1.500-2000. Il che significa che,
​ se ​​in rapporto alla popolazione ​meno di ​1​0 Comuni saranno individuati in tutto il territorio
​ dell'Isontino​, a ognuno di loro farà riferimento solo una decina di rifugiati. Infine, lo stesso capo dipartimento ha sottolineato, facendo riferimento proprio alla nostra realtà, la necessità di utilizzare i fondi messi a disposizione per i lavori socialmente utili riservati ai richiedenti asilo. Non si prevedono compensi (è prevista solo la copertura degli oneri assicurativi) ma si otterrebbero, facendone ricorso ogni volta possibile, due risultati: molti vantaggi per la comunità, e l'innescarsi di ''buone pratiche'' per l'integrazione. ​

lunedì 16 marzo 2015

Cara Gradisca: si dia risposta a esigenze dei lavoratori

Ho presentato al Governo un'interrogazione sulla situazione al Centro Cara Cda di Gradisca d’Isonzo, che attualmente ospita i richiedenti asilo in attesa di esame presso la commissione territoriale di Gorizia, e che in precedenza ospitava anche un Cie, ora riqualificato come Cara-2, originariamente solo per rispondere a ''situazioni di emergenza'', ma di fatto ormai utilizzato continuamente visto il continuo afflusso di richiedenti asilo sul territorio. L'interrogazione ricorda la drammatica situazione professionale e lavorativa dei 70 dipendenti del Consorzio Luoghi Comuni – Connecting People fino a ora gestore del Cara, che a oggi hanno ricevuto appena lo stipendio di ottobre 2014, e che con la ventilata ipotesi di gestione affidata a volontari della Croce Rossa rischiano il posto di lavoro, con evidente ricaduta disastrosa sulle loro famiglie e sull'economia del territorio goriziano.
Le organizzazioni sindacali hanno già tentato due volte la via della conciliazione obbligatoria senza risultato, e si sono dichiarate preoccupate sia per la situazione dei pagamenti, che per le mancate novità rispetto alla ipotetica risoluzione consensuale dell'appalto, nonché per la mancata volontà annunciata dal Ministero in merito all’inserimento della clausola di salvaguardia occupazionale per i 70 lavoratori, nonostante essi abbiano maturato nel corso delle varie gestioni una notevole esperienza
lavorativa, che tornerebbe di sicuro utile a un futuro gestore.
Chiedo quindi al governo quali misure si stiano prendendo sia per assicurare ai lavoratori del Centro Cara Cda di Gradisca d’Isonzo la dovuta corresponsione delle retribuzioni finora maturate e non ancora corrisposte, che per assicurare la loro occupazione, rivedendo ad esempio la posizione del Ministero sul mancato procedimento di applicazione della clausola sociale.

lunedì 2 marzo 2015

Interrogazione su ridimensionamento uffici postali

Presenterò questa settimana un'interrogazione sul piano di ridimensionamento degli uffici postali i Fvg e in particolare sulla chiusura dell'ufficio postale di Fossalon.
Da notizie sulla stampa si evince che Poste italiane, nel piano di “rimodulazione” degli uffici a livello nazionale, ha previsto che l'ufficio postale di Fossalon (GO) cesserà l’attività dal prossimo 13 aprile 2015, unico in tutta la provincia di Gorizia a subire questa sorte», decisione che le Poste hanno giustificato citando i ridotti flussi di utenti e gli alti costi di gestione, essendo i locali in affitto. Fossalon è un Comune situato nella zona del Gradese, distante da altri centri abitati e dai loro uffici postali, tanto che gli sportelli più “vicini” sarebbero quelli di Grado centro e Grado pineta o Monfalcone, tutti ad almeno una ventina di chilometri. La chiusura dello sportello quindi causerebbe disagi non indifferenti specie agli utenti anziani, impossibilitati o fortemente in difficoltà a muoversi.
Ricordo che una precedente preoccupazione per il piano di chiusura degli uffici avviato da Poste Italiane è già stata sottoposta al Governo, il quale ha ricordato come spetti ad Agcom, e non al Ministero dello Sviluppo Economico, verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio, fissati dal decreto 7 ottobre 2008. In un incontro per discutere di tale tema, indetto lo scorso 12 febbraio al Ministero dello Sviluppo Economico, l’amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, e il presidente dell’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni, Angelo Cardani, hanno dichiarato di voler coinvolgere fin da subito le Regioni e l’Associazione dei Comuni italiani nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali.
Chiedo quindi al governo se il piano di dismissioni degli uffici postali in regione Fvg, che coinvolge una trentina di sportelli, sia già stato confermato o se sia ancora in discussione con Regioni e Associazioni dei Comuni italiani con la possibilità di mantenere, magari sotto forma ridotta o in altra sede più economica, lo sportello di Fossalon di Grado, importante per una località che sarebbe altrimenti molto penalizzata dalla sua distanza da altri centri abitati.