martedì 17 novembre 2009

Piano Casa all'esame del Pd

Piano casa all'esame di sindaci e consiglieri regionali: per chiedere un'importante modifica al documento appena approvato della Regione, ovvero introdurre la possibilità di un parere delle amministrazioni locali, che ora come ora possono solo accettare le decisioni che vengono imposte dell'alto. Questo il motivo per cui i consiglieri regionali del Partito Democratico hanno chiamato raccolta a Palmanova tutti i sindaci della regione (di destra e sinistra) e anche i consiglieri regionali di ogni schieramento. «Questo perchè la nostra posizione non è di ostacolo al Piano Casa – spiega il consigliere Giorgio Brandolin, relatore di minoranza del provvedimento – .Quello che però vogliamo fare, assieme ai diretti interessati, è riflettere sui miglioramenti che si possono proporre». Due essenzialmente le critiche rivolte al piano: la principale è appunto quella di non prevedere la possibilità di un intervento da parte di sindaci e Comuni, che sono invece gli enti più vicini al territorio e che quindi lo conoscono meglio di chiunque altro. «Messo così com'è – spiega Brandolin – il Piano non prevede che i Comuni possano intervenire nel processo decisionale: devono solo accettare quello che viene deciso a livello regionale. E questo potrebbe anche essere una via aperta alla cementificazione, in una regione che finora si era sempre tenuta al riparo da questi eccessi». La controproposta è quindi di prevedere almeno un silenzio-assenso, dando ai Comuni un determinato lasso di tempo entro cui poter intervenire, dopodichè verrà applicato quanto deciso a livello regionale. La seconda osservazione riguarda il fatto che si è voluto per forza mettere assieme due provvedimenti (Piano Casa e Codice dell'edilizia) che in realtà sono due cose completamente differenti: la prima infatti può essere di validità continuata, l'altra deve essere giocoforza legata al presente. «Solo dopo una dura battaglia siamo riusciti almeno a prevedere una temporizzazione del primo elemento – spiega ancora Brandolin – facendo sì che venisse introdotto un limite di cinque anni sulla sua validità. Altrimenti, questo regole avrebbero potuto entrare in vigore per sempre senza alcuna considerazione della situazione contingente». Sul provvedimento, poi, potrebbe anche pendere, secondo i consiglieri del Partito Democratico, una minaccia di incostituzionalità, visto che la Regione «va a toccare elementi che non sarebbero di sua competenza». Ecco perchè il Pd ritiene che una riflessione sul documento sia urgente, e debba vedere coinvolti i principali protagonisti, ovvero appunto i Comuni e i sindaci.

Incontro con i sindacati Fincantieri

Forte preoccupazione: questo il sentimento espresso da Fim-Fiom-Uilm nel corso dell'incontro che le rappresentanze Fincantieri hanno avuto, questa mattina a Monfalcone, con il consigliere regionale Giorgio Brandolin, componente della IV commissione (lavori pubblici, edilizia, viabilità, trasporti) e in stretto contatto con la II commissione regionale (industria, artigianato, commercio interno ed estero, turismo e terziario, sostegno all’innovazione nei settori produttivi, formazione professionale). La preoccupazione di Fim, Fiom e Uil si è indirizzata verso due elementi in particolare: la possibile perdita di tre commesse a favore dei cantieri tedeschi (che pure rappresentano, diversamente da Fincantieri che ne è il leader incontrastato del mercato, il 20% del settore) e le immediate conseguenze sull'occupazione, con la possibilità che, da gennaio 2010, scatti la Cassa Integrazione Ordinaria per centinaia di lavoratori. «A preoccupare, in particolare, sono due fattori – hanno spiegato le rappresentanze - .La prima, è che parrebbe che a orientare la decisione dell'armatore verso la Germania siano state delle carenze riscontrate dal punto di vista della qualità. Questo comporterebbe la perdita anche dell'incarico di realizzazione dei prototipi, che avrebbe gravi conseguenze anche sul settore della progettazione. La seconda, è che mentre per i lavoratori diretti di Fincantieri sono garantiti gli ammortizzatori sociali, se si riuscirà a ottenere la tutela per mille dei tremila lavoratori dell'appalto sarà un grande successo». E questo potrebbe trasformarsi in una grande emergenza sociale per il territorio monfalconese. «Si rischia per Monfalcone una vera e propria ''bomba sociale'', anche per via della situazione critica che è ormai cronica nel settore degli appalti esterni. Per questo quello che chiediamo all'azienda è di avere, quando prima, delle notizie certe sulla situazione, visto che i dati in nostro possesso derivano unicamente da ''voci di corridoio''. A giorni dovremmo quindi avere una convocazione da parte della direzione» hanno spiegato Fim, Fiom e Uilm. Da parte del consigliere Brandolin, l'impegno preso è stato quello di coinvolgere nel problema tutti i soggetti interessati: il problema ''lavoro'' è infatti uno degli elementi cardini del programma del nuovo segretario nazionale del Pd, Pierluigi Bersani. «In primo luogo riferirò le osservazioni che mi sono state portate al gruppo del Pd e alla commissione regionale – ha detto - .In secondo luogo, ho già provveduto a chiedere un incontro con la direzione aziendale. Sarà poi necessario coinvolgere anche gli enti locali, il presidente della Regione Tondo e gli assessori regionali». Il 19 novembre, intanto, le rappresentanze sindacali hanno già in programma un incontro a livello provinciale.