giovedì 2 settembre 2010

Nuove deleghe e tre mesi di immobilismo

La scelta di riassegnare le deleghe agli assessori regionali in un periodo pre-festivo ha fatto sì che in importanti settori quali quello ambientale e dei lavori pubblici per tre mesi ci sia stato un assoluto immobilismo.

Molti sono gli appuntamenti importanti che ci aspettano per settembre: come prima cosa, la discussione sulla legge di manutenzione, seguita dalla presentazione in programma la prima settimana di settembre, da parte del gruppo del PD, della legge sulla riduzione dei costi della politica.

A rimanere in stand-by sono però altri importanti provvedimenti della maggioranza, come la legge sull'urbanistica o il piano per lo smaltimento dei rifiuti. Per entrambi c'è da chiedersi che cosa è stato fatto per portare alla loro corretta ed effettiva applicazione.

La decisione di Tondo di rivedere le deleghe, infatti, ha solo fatto sì che l'attività della giunta si sia bloccata da giugno a settembre, visto che i precedenti assessori non hanno più preso decisioni e i nuovi non sono ancora subentrati.

Un altro esempio di questo immobilismo è il blocco delle modifiche alle regole per il deposito delle strutture in zona sismica, che con la nuova classificazione in pratica coinvolge l'intera regione.

Tali problemi sono stati denunciati di recente anche da varie categorie produttive, ma come gruppo consiliare in realtà l'avevamo fatto presente da subito: sono stati persi in pratica quattro mesi di attività.

Allarme oculistica

Il nuovo passo per depauperare l'ospedale San Polo di Monfalcone (e quindi la sanità Isontina) a favore di Trieste sono le politiche decise sulla gestione del reparto di Oculistica dell'ospedale monfalconese.

A denunciarlo assieme a me è il gruppo consiliare del Partito Democratico, che citando il resoconto di un incontro del Comitato per le funzioni coordinate di Area Vasta (avvenuto lo scorso 26 luglio) evidenzia quali siano le minacce sul futuro della sanità goriziana.

Come si legge nel documento in futuro ''saranno individuate delle precise specificità sia in campo diagnostico che in quello terapeutico e medico e chirurgico che richiedono la presenza di costose e sofisticate attrezzature, oltre a una necessaria consuetudine assistenziale''. Questo comporta che le specificità di glaucoma, chirurgia, retina medica, laser-terapia e chirurgia vitreo-retinica, nonché per fisiopatologia corneale e trattamento chirurgico, una volta punti di forza di Monfalcone, vedranno come azienda di riferimento l'Azienda Ospedaliera Universitaria degli Ospedali riuniti di Trieste.

L'Ass di San Polo, recita ancora il documento, ''è di riferimento per fisiopatologia e chirurgia delle vie lacrimali'', e niente altro. Trieste sarà poi riferimento anche per l'oculistica pediatrica, che ''viene trattata esclusivamente presso l'IRCCS Burlo Garofalo di Trieste'', così come l'assistenza ai bambini strabici.

Per il gruppo del Pd, questo significa una cosa sola: che gli allarmi lanciati gli scorsi mesi sul depauperamento di Monfalcone e Gorizia a favore di Trieste (che si troverebbe ad avere in tal modo più trattamenti di patologie di conseguenza un maggio numero di pazienti che le due strutture isontina) non erano campati per aria. Questa infatti è solo l'ennesima dimostrazione che le politiche regionali non vanno a privilegiare Gorizia su Monfalcone o viceversa: quello a cui si punta è evidentemente una riorganizzazione che va tutta a vantaggio di Trieste.

A questo punto però ci si deve chiedere una cosa: che ruolo hanno in questo gli amministratori locali? Perchè se non sapevano di questa decisione è scandaloso che non siano stati coinvolti; e se invece sapevano e hanno ritenuto di non intervenire allora non possiamo fare altro che alzare anche noi bandiera bianca.

Visita al carcere a Ferragosto

Quarantasette detenuti su un numero massimo previsto di 30, 54 agenti di polizia in organico di cui solo 41 effettivi: come di evince da questi primi dati, i problemi della Casa circondariale di Gorizia sono il sovraffollamento e la carenza del personale di custodia.

L'allarme è emerso nel corso della visita da me effettuata assieme ad Adriano Persi e Ivano Gon, nell'ambito dell'iniziativa nazionale ''Ferragosto in carcere''. Ad accogliere la delegazione, che comprendeva anche il responsabile della Comunità Arcobaleno don Alberto de Nadai, è stato il comandante del reparto Polizia penitenziaria Alessandro Bracaglia.

L'ispezione ha evidenziato che nel carcere goriziano, la cui capienza è di 30 posti, sono attualmente ospitati 47 detenuti. Di questi, 30 sono detenuti comuni, 7 con condanna definitiva, 27 in attesa di giudizio, 7 in appello e 6 ricorrenti. Venti i tossicodipendenti, sei dei quali sotto metadone.

Il questionario compilato nel corso della visita ha poi rivelato che nella popolazione carceraria sono due i casi di epatite C, sette quelli psichiatrici, 24 gli stranieri e 9 i detenuti dipendenti dall'amministrazione penitenziaria.

Le condizioni dall'ambiente carcerario si sono rivelate difficili: ogni cella ha 21 metri quadrati, con bagno separato, acqua calda e luce naturale (ma le condizioni generali sono definite 'cattive''). Buone le docce comuni, appena rifatte. Le ore passate in cella sono 20, le ore d'aria 4.

La visita ha rivelato che, nonostante i lavori effettuati sull'edificio una decina di anni fa, piove ancora dal tetto, mentre la sala riunioni non è agibile per problemi strutturali al solaio. Il problema è che l'edificio non è più ristrutturabile: il Comune di Gorizia avrebbe dovuto indicare da tempo un luogo alternativo (anche dismesso o da recuperare) in cui trasferire il carcere, ma ancora non l'ha fatto. Al momento, quindi, due terzi della struttura non sono agibili e questo aggrava i problemi di sovraffollamento.

L'aspetto positivo è la grande e profonda umanità che abbiamo riscontrato tra guardie e detenuti. E c'è anche una buona notizia, ovvero la prossima apertura (a settembre) di una Casa comunità gestita dalla Comunità arcobaleno a Farra (località Borgo Grotta) per ospitare quattro detenuti ai domiciliari, mentre altri due saranno ospiti della struttura Arcobaleno di Gorizia.