giovedì 4 marzo 2010

Allarme fondi all'Università di Gorizia

Di seguito, il mio intervento sul problema fondi all'Università di Gorizia:

Un appello a tutti i consiglieri del territorio goriziano per difendere l'Università di Gorizia.: viene lanciato dal consigliere regionale del Partito Democratico Giorgio Brandolin in vista della discussione sul nuovo disegno di legge per la revisione del Sistema Universitario Regionale. La minaccia che pesa su Gorizia è infatti la soppressione del finanziamento diretto dei Consorzi universitari.

«Il disegno di legge sulla revisione del sistema, che di fatto prevede la distribuzione dei fondi a seconda dei risultati e l'inserimento anche dei conservatori, è anche condivisibile – spiega Brandolin - . Quello che temiamo però è l'abrogazione dell'articolo che, nella precedente legge, prevedeva il finanziamento anche dei Consorzi Universitari, di fatto gli enti che gestiscono le sedi staccate di Pordenone e Gorizia». Il ddl infatti prevede il finanziamento alle cinque università che poi si occuperanno di smistare i fondi ai consorzi. «Il timore – spiega Brandolin – è che con i tempi di ''vacche magre'' come questi si vada verso una riduzione dei finanziamenti per le sedi staccate a favore della sede centrale».

Brandolin ricorda che già a fine anno c'era stato un tentativo di ''storno'' dei fondi per la sede goriziana, poi sventato grazie a un ''blitz'' dei consiglieri regionali del Pd, che erano riusciti a scongiurare il pericolo. «Se però si deciderà non l'assegnazione diretta dei fondi, ma il passaggio tramite le Università di Udine e Trieste, allora sarà difficile riuscire a intervenire, e la sede di Gorizia, come quella di Pordenone, rischierebbe di essere penalizzata».

Ecco quindi l'appello di Brandolin a tutti i consiglieri regionali dell'Isontino, di maggioranza e opposizione. «Faccio appello ai miei colleghi affinchè sostengano la battaglia per il mantenimento del canale diretto di finanziamenti per i Consorzi universitari – conclude infatti Brandolin - .Cerchiamo di fare il possibile, in sede di commissione e di discussione in consiglio regionale, per modificare lo stato dei fatti». La proposta sarà infatti in discussione il 5 marzo in Commissione e a fine mese approderà in consiglio regionale.

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