martedì 30 marzo 2010

Un commento sulle regionali...

Rispetto a quello che ci si aspettava prevedendo la ''crisi'' di Berlusconi, dobbiamo prendere atto che le cose, in queste elezioni regionali, sono andate ben diversamente: il fatto che le principali Regioni siano andate al centro destra la dice lunga sulla nostra capacità di convincere. La verità è che il Pdl governa 48 milioni di italiani e noi solo 18. E governa in Lombardia, Veneto, Piemonte, che da sole compongono oltre il 50% del Pil italiano.

Non solo: il problema principale è che con il Piemonte e il Veneto alla Lega, nel Nord si rischia veramente ''la Padania'', e per il Friuli Venezia Giulia la perdita della nostra autonomia e specialità regionale. Difficile infatti che Zaia non si lanci nell'idea di una macroregione del nord. In questo caso, come si comporterà il Fvg?

Partendo da questo punto c'è da chiedersi: che fare? Dal mio punto di vista, quello che si dovrebbe fare è ripartire ''dal basso'', come fa la Lega, andando tra la gente, parlando dei problemi veri e non di terzi mandati e statuti e quote rosa, che pur essendo argomenti importanti non vengono certo percepiti dalla gente come fondamentali. Se restiamo reclusi nel parlamentino regionale a parlare tra di noi, avremo davvero poche speranze di qualche risultato tra tre anni. Evidentemente per la gente non siamo ancora credibili come Bossi e Berlusconi.

La seconda questione è poi quella della leadership: mentre il centrodestra ha due persone che sono riconosciute come leader indiscussi (Bossi e Berlusconi), noi non riusciamo a creare una figura credibile che non venga percepita come un'espressione di altri. È il caso anche di Bersani, che non riesce a sottrarsi al sospetto di essere manovrato da D'Alema. Eppure la vittoria in Puglia di Vendola dovrebbe essere un chiaro segno che è l'infallibilità non esiste; e se nonostante questo i responsabili della vicenda si connotano ancora come nostri leader, è davvero difficile che si vada da qualche parte. Come ho già detto in passato, è venuto il momento di buttare via il ''caminetto'' e pensare a tutto altro.

mercoledì 24 marzo 2010

Polizia Provinciale: in regola o no???

La mia interrogazione sul Comandante della Polizia Provinciale di Gorizia:

«Sono state rispettate, in tutti i punti previsti dalla norma regionale, le regole per la nomina del comandante della nuova Polizia Provinciale?» a chiederselo è il consigliere regionale del Pd, Giorgio Brandolin, che ha inoltrato un'apposita interrogazione all'assessore alla Sicurezza Federica Seganti. La ''Polizia Verde'', come viene chiamata, è stata appena istituita con il compito di provvedere a temi legati all’ambiente, a partire dai controlli delle caldaie nelle abitazioni private.

In merito in particolare alla nomina del suo comandante, il consigliere Brandolin ricorda che la legge regionale prevede che il comando del corpo in questione «sia affidato, anche in via temporanea, a personale di comprovata professionalità ed esperienza maturata all'interno dei Corpi e dei Servizi di polizia locale, con riferimento ai compiti attribuiti alla struttura e alla sua complessità». La legge, afferma il consigliere, «vincola l'accesso ai ruoli di agente, ispettore e commissario al superamento di un corso-concorso pubblico (anche con riserva per i ruoli di ispettore e commissario)».

Inoltre, continua ancora Brandolin, «i candidati ammessi ai corsi-concorso per posti di agente, ispettore e commissario devono frequentare un apposito corso di preparazione al concorso e i vincitori devono frequentare un apposito corso di formazione di base o di qualificazione professionale». La domanda che viene posta all'assessore Seganti è: tale iter è stato seguito in occasione della nomina dell'ingegner Mores? Come ricorda ancora Brandolin, «per un periodo di due anni dall'entrata in vigore del regolamento può essere consentito l'affidamento dell'incarico di comandante del Corpo di polizia locale anche a coloro che per almeno cinque anni abbiano prestato servizio nei ruoli dei funzionari della Polizia di Stato, degli ufficiali dell'Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza, in possesso dei restanti requisiti richiesti dai bandi».

La domanda che il consigliere del Pd si pone è se questo sia il caso del neo-comandante. Ecco il perchè dell'interrogazione alla Regione per chiedere se l'assessore «sia a conoscenza dell’iter seguito dalla Provincia di Gorizia per l’individuazione del Comandante della Polizia provinciale e se ritenga che corrisponda ai requisiti di legge».

lunedì 8 marzo 2010

Sulla questione del Decreto Salva-Polverini....

Che dire sulla vicenda del decreto per riammettere il Pdl in Lazio e Lombardia? Poco, oltre a ''Vergogna''. La cosa che trovo più scandalosa è il modo in cui si è voluto agire, ovvero con una tecnica collaudata. Prima si combina il disastro. Poi, per una settimana si inveisce contro presunti ''complotti'' usando tutti gli strumenti mediatici a disposizione, e infine si salta fuori con un provvedimento che fa sembrare il ''grande risolutore'' del problema. Significa di fatto giustificare, grazie alla potenza mediatica, lo stravolgimento delle regole. E quando le regole vengono stravolte, ci si può aspettare di tutto.

Un breve aneddoto. Sabato mattina ero a una premiazione all'istituto d'Arte di Gorizia: venivano premiati ragazzi per il loro fair-play nella vita e nello studio. Ebbene, mi sono trovato in imbarazzo su cosa dire loro. Come si può lodarli per il fair-play in un paese in cui il fair-play non esiste più? Dove lo stesso presidente del Consiglio invita a non rispettare le regole? Il male che si sta facendo è più che altro verso questi ragazzi. Che si troveranno a chiedersi: perchè devo rispettare gli insegnanti o i genitori? Perchè non devo copiare? Perchè devo essere a scuola ogni giorno alle otto? Che cosa possiamo rispondere loro?

Altro aneddoto: otto anni fa fui tirato in ballo, in quanto presidente della Provincia di Gorizia, sulla faccenda delle liste del Pd escluse dalla votazione a Grado. Le liste erano state presentate alle 12.05. Andai in Prefettura per discutere della faccenda. Il Prefetto mi mostrò i verbali, da cui risultava il ritardo dei nostri rappresentanti. E allora non potei far altro che accettare il fatto, come peraltro fece l'intero partito: non ci passò neanche per la testa di ricorrere, visto che lo sbaglio era tutto nostro.

Ecco, queste sono le mie riflessioni in attesa di incontrarvi tutti oggi a Monfalcone alle 18. Una sola cosa vorrei aggiungere: non so quanta fiducia possa riscuotere una candidata che si non sa neppure presentare le liste in tempo utile. Se quindi, nonostante tutto, la Polverini vincerà, allora significa che come popolo abbiamo ciò che meritiamo. Allora saremo davvero il popolo che ha inventato il Fascismo.

giovedì 4 marzo 2010

Allarme fondi all'Università di Gorizia

Di seguito, il mio intervento sul problema fondi all'Università di Gorizia:

Un appello a tutti i consiglieri del territorio goriziano per difendere l'Università di Gorizia.: viene lanciato dal consigliere regionale del Partito Democratico Giorgio Brandolin in vista della discussione sul nuovo disegno di legge per la revisione del Sistema Universitario Regionale. La minaccia che pesa su Gorizia è infatti la soppressione del finanziamento diretto dei Consorzi universitari.

«Il disegno di legge sulla revisione del sistema, che di fatto prevede la distribuzione dei fondi a seconda dei risultati e l'inserimento anche dei conservatori, è anche condivisibile – spiega Brandolin - . Quello che temiamo però è l'abrogazione dell'articolo che, nella precedente legge, prevedeva il finanziamento anche dei Consorzi Universitari, di fatto gli enti che gestiscono le sedi staccate di Pordenone e Gorizia». Il ddl infatti prevede il finanziamento alle cinque università che poi si occuperanno di smistare i fondi ai consorzi. «Il timore – spiega Brandolin – è che con i tempi di ''vacche magre'' come questi si vada verso una riduzione dei finanziamenti per le sedi staccate a favore della sede centrale».

Brandolin ricorda che già a fine anno c'era stato un tentativo di ''storno'' dei fondi per la sede goriziana, poi sventato grazie a un ''blitz'' dei consiglieri regionali del Pd, che erano riusciti a scongiurare il pericolo. «Se però si deciderà non l'assegnazione diretta dei fondi, ma il passaggio tramite le Università di Udine e Trieste, allora sarà difficile riuscire a intervenire, e la sede di Gorizia, come quella di Pordenone, rischierebbe di essere penalizzata».

Ecco quindi l'appello di Brandolin a tutti i consiglieri regionali dell'Isontino, di maggioranza e opposizione. «Faccio appello ai miei colleghi affinchè sostengano la battaglia per il mantenimento del canale diretto di finanziamenti per i Consorzi universitari – conclude infatti Brandolin - .Cerchiamo di fare il possibile, in sede di commissione e di discussione in consiglio regionale, per modificare lo stato dei fatti». La proposta sarà infatti in discussione il 5 marzo in Commissione e a fine mese approderà in consiglio regionale.

martedì 2 marzo 2010

Pd: «Un flop il piano casa, in tre mesi nessuna domanda»

Dal Piccolo del 2 marzo 2010:

TRIESTE Ancora nessun effetto per il Piano casa, nonostante siano passati oltre tre mesi dalla sua entrata in vigore e nonostante fosse stato annunciato «che le norme al Capo VII dovevano avere effetto immediato per creare un rilancio del settore edilizio in questo periodo di crisi economica». È l'accusa lanciata tramite interrogazione a risposta immediata dal consigliere regionale Pd Giorgio Brandolin: nonostante siano passati mesi da quando il Piano casa è stato approvato a fine 2009, ancora non ci sono state domande da parte dei cittadini per ampliare le proprie case o effettuare interventi straordinari né, quindi, effetti pratici del provvedimento sul mercato dell'edilizia. Il Pd, peraltro, aveva immediatamente criticato il provvedimento sia perchè non concedeva possibilità ai Comuni di decidere in merito alle domande, sia per la sua validità: cinque anni invece dei tre previsti nelle altre regioni italiane. «Premesso che il 18 novembre 2009 è stata pubblicata sul Bur del Fvg la legge regionale ''Codice regionale dell’edilizia'', dove all’articolo 2 viene stabilito il termine di 90 giorni per l’emanazione del relativo regolamento di attuazione e all’articolo 9 viene istituito l’Osservatorio regionale della pianificazione territoriale e urbanistica – scrive Brandolin - e atteso che al Capo VII vengono normate le “Disposizioni straordinarie per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”, aventi effetto dal giorno successivo alla pubblicazione, si deve prendere atto che all'avvenuta scadenza del termine non si ha notizia della pubblicazione sul sito web della Regione dei risultati dell’attività dell’Osservatorio». Quindi, nessun risultato concreto del provvedimento nonostante fosse stato sostenuto che «le norme al Capo VII (cosiddetto Piano Casa) dovevano avere effetto immediato per creare un rilancio del settore edilizio in questo periodo di crisi economica». Ecco quindi che Brandolin chiede «se alla data odierna risultano applicate in qualche comune della regione le norme previste dal Capo VII e quindi qualche impresa o cittadino stia fruendo del cosiddetto Piano Casa». Le accuse di lentezza sono però respinte dall'assessore all'Edilizia, Federica Seganti. «E' chiaro che un provvedimento così complesso come questo non può avere ricadute pratiche importanti entro tre mesi dall'approvazione, quando per realizzare una casa serve avere un progetto, chiedere le autorizzazioni, e così via. Proprio per questo abbiamo previsto che il Codice avvia valenza cinque anni invece di tre: per dare maggior tempo a chi ne ha bisogno. Diciamo dunque che gli effetti del provvedimento si possono prevedere dopo metà 2010. Sicuramente da parte nostra porteremo avanti un monitoraggio: i Comuni devono infatti registrare tutte le richieste dei cittadini, e questo ci permetterà di avere un quadro completo».