giovedì 2 settembre 2010

Visita al carcere a Ferragosto

Quarantasette detenuti su un numero massimo previsto di 30, 54 agenti di polizia in organico di cui solo 41 effettivi: come di evince da questi primi dati, i problemi della Casa circondariale di Gorizia sono il sovraffollamento e la carenza del personale di custodia.

L'allarme è emerso nel corso della visita da me effettuata assieme ad Adriano Persi e Ivano Gon, nell'ambito dell'iniziativa nazionale ''Ferragosto in carcere''. Ad accogliere la delegazione, che comprendeva anche il responsabile della Comunità Arcobaleno don Alberto de Nadai, è stato il comandante del reparto Polizia penitenziaria Alessandro Bracaglia.

L'ispezione ha evidenziato che nel carcere goriziano, la cui capienza è di 30 posti, sono attualmente ospitati 47 detenuti. Di questi, 30 sono detenuti comuni, 7 con condanna definitiva, 27 in attesa di giudizio, 7 in appello e 6 ricorrenti. Venti i tossicodipendenti, sei dei quali sotto metadone.

Il questionario compilato nel corso della visita ha poi rivelato che nella popolazione carceraria sono due i casi di epatite C, sette quelli psichiatrici, 24 gli stranieri e 9 i detenuti dipendenti dall'amministrazione penitenziaria.

Le condizioni dall'ambiente carcerario si sono rivelate difficili: ogni cella ha 21 metri quadrati, con bagno separato, acqua calda e luce naturale (ma le condizioni generali sono definite 'cattive''). Buone le docce comuni, appena rifatte. Le ore passate in cella sono 20, le ore d'aria 4.

La visita ha rivelato che, nonostante i lavori effettuati sull'edificio una decina di anni fa, piove ancora dal tetto, mentre la sala riunioni non è agibile per problemi strutturali al solaio. Il problema è che l'edificio non è più ristrutturabile: il Comune di Gorizia avrebbe dovuto indicare da tempo un luogo alternativo (anche dismesso o da recuperare) in cui trasferire il carcere, ma ancora non l'ha fatto. Al momento, quindi, due terzi della struttura non sono agibili e questo aggrava i problemi di sovraffollamento.

L'aspetto positivo è la grande e profonda umanità che abbiamo riscontrato tra guardie e detenuti. E c'è anche una buona notizia, ovvero la prossima apertura (a settembre) di una Casa comunità gestita dalla Comunità arcobaleno a Farra (località Borgo Grotta) per ospitare quattro detenuti ai domiciliari, mentre altri due saranno ospiti della struttura Arcobaleno di Gorizia.

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