lunedì 25 gennaio 2010

Serata sul piano casa

Impossibilità per i comuni di esercitare qualsiasi potestà (per esempio poter individuare in quali zone applicare la norma), lunga validità e inserimento in un'altra legge: questi i tre punti ''deboli'' del Piano casa illustrati nel corso della serata organizzata dal Circolo del PD di Pordenone e incentrata sul Piano Casa (approvato all’interno della LR 19/2009 “Codice regionale dell’edilizia”), in cui ho fatto da relatore.Il tema della serata, “Piano casa: un’opportunità reale o virtuale per il cittadino?”, è stato introdotto dal Segretario del Circolo Walter Manzon, che ha poi passato la parola per la presentazione a Sergio Bolzonello, sindaco di Pordenone, che ha evidenziato come questa norma, cui dà un giudizio fortemente negativo, pone in grosse difficoltà i comuni che hanno una programmazione urbanistica che così rischia di saltare.
Infatti tra gli elementi che ho illustrato nella mia relazione, quello sulla impossibilità per i comuni di esercitare qualsiasi potestà tra i più negativi, unitamente al fatto che l’urgenza e la breve temporalità sono venuti meno (la norma varrà per 5 anni , che sommati ai 3 della concessione edilizia fa 8 anni in totale per chiudere un'eventuale pratica!) e che il rispetto delle norme statali rende difficile per un cittadino ''arrangiarsi'' da solo i lavori.
La norma applica con un certo ritardo in FVG il piano casa nazionale stabilito dall’accordo Stato/Regioni dell’aprile 2009 (che dava 60 giorni alle regioni per recepirlo), ma stravolgendolo nei modi e nei tempi. Ecco perchè:
1) perché è inserito all’interno di un’altra legge (infatti il Codice dell’edilizia è una norma strutturale, mentre il Piano casa è una norma transitoria),
2) perché l’accordo Stato/Regioni prevedeva un solo anno di applicazione (non 5),
3) perché i volumi di espansione erano minori (20% non 35)
4) perché era rivolto alla residenzialità e non anche alle attività produttive.


Le mie conclusioni? Che ci sarà più lavoro per gli avvocati che per geometri, architetti ed ingegneri, visto che l’obbligatorietà di rispettare le norme in materia di sicurezza statica, antisismica, antincendio, sicurezza stradale, sicurezza cantieri e impianti, nonché le norme in materia igienico-sanitaria, in materia di barriere architettoniche, di accatastamento e di intavolazione non permetterà al cittadino comune di farsi da sé gli ampliamenti, messaggio che è stato troppo disinvoltamente fatto passare dal centrodestra, ideatore della norma. Quello che sarà invece molto più facile è che le imprese più grosse realizzeranno grossi investimenti, stravolgendo l’idea iniziale del voler favorire i cittadini per migliorare le loro condizioni di vita.

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