giovedì 10 novembre 2016

Il porto di Monfalcone va inserito nell’AdSP del Mare Adriatico Orientale

Nel mese di settembre 2016, il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti ha trasmesso alle Regioni Friuli Venezia Giulia, Marche e Abruzzo e Puglia le proposte di nomina dei Presidenti delle AdSP del Mare Adriatico Orientale, del Mare Adriatico Centrale e del Mare Ionio. Lo scorso 16 settembre, la presidente della regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto di inserire il Porto di Monfalcone, la cui gestione è stata a suo tempo trasferita all’Amministrazione regionale, all’interno dell’AdSP del Mare Adriatico orientale. Ora è il momento di accogliere tale richiesta che, a mio avviso, va nella direzione auspicata dal decreto legislativo 169 del 4 agosto 2016 tendente a superare le dimensioni delle Autorità ''monoscalo'' e a mettere in sinergia i diversi porti nell’ambito dei Corridoi europei e delle reti Ten-T come approvate dal Parlamento europeo.

Secondo il Minitero  delle Infrastrutture e dei Trasporti, dato che le Autorità Portuali agiscono in regime di prorogatio, si devono astenere dal procedere a nomine. Allo stesso tempo però è indispensabile procedere alla nomina dei Presidenti e degli Organi delle Autorità di Sistema Portuale almeno per le quelle dove è già iniziato l’iter.

Pertanto ho chiesto al Ministro se e quando intende concludere le procedure per le tre Autorità già in itinere, procedere per le altre dodici AdSP in modo da consentire l’efficienza e l’efficacia del sistema portuale italiano e infine accogliere la richiesta tempestivamente avanzata dalla Regione Friuli Venezia Giulia tesa ad inserire il porto di Monfalcone nell’AdSP del Mare Adriatico Orientale.

martedì 8 novembre 2016

Riflessione sulle elezioni a Monfalcone

I risultati delle elezioni comunali di Monfalcone sono preoccupanti e deludenti, inutile nasconderselo. Bisogna essere freddi e lucidi per capire che cosa sia successo e come recuperare un rapporto con le organizzazioni vicine che il partito ha perso. Sicuramente il mio grazie va ad Adriano Persi e agli altri che con generosità si sono messi al servizio del sindaco uscente e di valori e principi che stanno alla base dei valori di centro sinistra.
La riflessione deve essere valida a livello locale ma anche regionale e nazionale, a cominciare dalla presidente Serracchiani, che è anche segretaria del partito, che mi auguro non scarichi le colpe su altri, come non le scarico io, che mi assumo tutte le mie responsabilità per non aver capito le paure della nostra gente, che di sicuro non si possono risolvere con il buonismo e una scontata solidarietà.
Il mio appello è di finire di essere un partito che si differenzia su ogni cosa, e di trovare invece un'unità di intenti su concetti di lavoro e di speranza per il futuro. L'ambizione di qualcuno, invece del passo indietro che era stato richiesto, ci ha portato allo sfascio, mentre quello di cui abbiamo bisogno è l'umiltà e il rapporto con la gente, come sto cercando di fare nei vari incontri che ho in programma a Ronchi come ad Attimis, Ruda, Capriva, dove si discute senza demonizzare l'avversario, specie se è all'interno dello stesso partito.

venerdì 16 settembre 2016

Dragaggio Canale Est -Ovest: interrogazione al Ministro

La vicenda dello stop alle operazioni di dragaggio del Canale Est Ovest da parte dell'Agenzia regionale per l'Ambiente è stata portata all'attenzione del Ministro dell'Ambiente da una mia interrogazione, nella quale  ho chiesto se «si ritenga opportuno introdurre in questo e in altri casi simili la possibilità per l'ente di iniziare le opere così necessarie al tessuto produttivo locale, prevedendo piuttosto l'obbligo per l'ente titolare del progetto di procedere a un'integrazione della documentazione presentata entro un termine prefissato, sia pure successivo all'effettivo inizio dei lavori».

La vicenda del dragaggio ha infatti qualcosa di paradossale. Il comprensorio del Canale Est-Ovest è minacciato dal problema dell'insabbiamento dei fondali a causa dei fanghi che ogni anno al termine dell'inverno, a causa del maltempo e le mareggiate, intasano il il canale. Per ovviare a tale problema, che rischia di impedire l'accesso non solo alle centinaia di di imbarcazioni da diporto delle società nautiche, ma anche ai vari cantieri e Marina, che rappresentano il cuore del polo nautico del Lisert (Marina Lepanto, Cadei, i cantieri Ocean, Nautec, Crackboat, Robymar e MonteCarlo Yachts che danno lavoro a dipendenti diretti e creano un grande indotto) la Regione Friuli Venezia Giulia ha varato in data 30 marzo 2016 il decreto per la realizzazione di un progetto di dragaggio innovativo stanziando un importo di 340.000 euro.

Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Monfalcone, che coordina le opere di dragaggio, ha provveduto ad avviare uno studio sedimentologico e correntometrico, nonché una serie di analisi preliminari, tra i quali la mappatura del fondale e il censimento delle specie fanerogame. La Soprintendenza  Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia ha comunicato in data 24/06/2016 le sue prescrizioni per l'opera di dragaggio del fondale, approvando il progetto in quanto ''ritenuto compatibile con la conservazione dei beni paesaggistici tutelati''. Poi però l'Agenzia Regionale per l'Ambiente del Friuli Venezia Giulia ha fornito giudizio negativo, nonostante nelle premesse la stessa Arpa sostenga che ''i potenziali effettivi negativi ambientali saranno unicamente la fase di cantiere'', mentre ''su paesaggio e habitat invece vengono riconosciute ricadute positive al termine dei lavori'', e ammetta che le verifiche chimico-analitiche sono ancora in corso nei laboratori Arpa, basando di fatto il giudizio negativo solo su alcune carenze documentali riscontrate nello studio presentato. Chiedo dunque al Ministro la soluzione di questo stallo.

giovedì 11 agosto 2016

Continua il pressing per chiusura Poste Fossalon

Su mio interessamento il sottosegretario di Stato Antonello Giacomelli si è impegnato a seguire l'iter del ricorso straordinario presentato dal Comune di Grado al presidente della Repubblica per l'annullamento del provvedimento di Poste Italiane Spa sulla chiusura definitiva dell'ufficio postale di Fossalon.
Il sottosegretario inoltre informa che il Ministero si è impegnato affinché Poste italiane, nella gestione della rete degli Uffici Postali e del processo di razionalizzazione degli stessi, non si limiti al rispetto degli obblighi minimi previsti dal quadro regolamentare ma apra un dialogo con le realtà locali.
In tal senso il Sottosegretario Giacomelli mi ha informato di essersi interessato per promuovere una modifica al Contratto di programma nel quale si prevede che Poste italiane prenda in considerazione le iniziative degli enti e delle istituzioni territoriali volte a potenziare l'offerta dei servizi specifici e  valorizzare la capillarità degli uffici postali (iniziative che devono pervenire entro il 30 settembre di ogni anno).

mercoledì 22 giugno 2016

Riflessioni su elezioni - referendum

Ho aspettato qualche giorno prima di buttare giù due righe sulle ultime tornate elettorali, per essere più obiettivo. Adesso quindi vorrei fare due brevi considerazioni:

1) Referendum fusione. Rispetto la volontà popolare, ma resto della mia idea che in un mondo che ormai non ha più confini rinchiudersi nel proprio orticello non ha senso. Ormai l'occasione è andata e non nego di essere deluso dal risultato, ma lo rispetto pienamente. Forse in effetti è lo strumento del referendum a non essere pià adatto a questo tipo di scelte, visto anche il risultato delle altre due proposte di fusione. Adesso spero che entri a regime l'Uti (sulla quale, confesso, ho qualche perplessità), perchè l'importante è riuscire a dare ai cittadini i servizi migliori.

2) Amministrative: è stata una batosta, per me come per tutti, è inutile negare l'evidenza. Poi si può discutere e discutere, ma mi auguro che si comprenda che è urgente modificare i comportamenti che hanno causato tanta rabbia nella gente, e mettersi invece ad ascoltare: e questo cominciando dal premier Renzi passando per la presidente Serracchiani per arrivare a me (perchè non mi tiro fuori): si torni tra la gente, lasciando il mondo dei social per andare in quello vero, per ascoltare quello che la parte più debole della società ha da dire, perchè è quella che ci ha girato le spalle. Io non ho mai avuto problemi nel farlo perchè, lo sanno tutti, mi trovo meglio lì che su Facebook, ma mi auguro che lo capiscano anche altri: basta insulti, basta comportamenti sprezzanti, è ora di mettersi con umiltà ad ascoltare il mondo reale.

venerdì 13 maggio 2016

Nodo ferroviario Gorizia-Nova Gorica: quale futuro

Quali sono le azioni che il Ministero dei Trasporti intende intraprendere a livello nazionale e soprattutto europeo per sostenere lo sviluppo del   Nodo ferroviario di Gorizia - Nova Gorica – Šempeter-Vrtojba, per il quale esiste già una progettazione e una previsione di spesa, e che risulta di importanza fondamentale non solo per il Nord est ma per l'intero sistema di collegamenti tra l'Italia e  l’Europa Orientale: è la domanda che ho rivolto al Ministero dei Trasporti in un'interrogazione urgente.
Il nodo, essendo uno dei due valichi ferroviari esistenti tra Italia e Slovenia (e quindi con l’Europa Orientale e la Penisola Balcanica) e trovandosi a ridosso dell’intersezione tra le due direttrici della Rete Transeuropea dei Trasporti (TEN-T) note come Corridoio “Adriatico - Baltico” e  Corridoio “Mediterraneo” (già Corridoio 5), potrebbe svolgere per i due Corridoi un rilevante ruolo di supporto e complemento, sia nella fase di realizzazione degli stessi sia quando giungeranno a regime, consentendo un’ulteriore intersezione tra direttrice est-ovest e direttrice nord-sud e per il suo sviluppo esistono già due progetti finanziati con 4 milioni di euro, ovvero l'''Adria A-Accessibility and Development for the Re-launche of the Inner Adriatic Area'' per il trasporto passeggeri, e il "Tip -Transborder Integrated Platform" per le merci». La progettazione "Tip", già costata 1,2 milioni, sostenuta dal GECT GO e comportante una spesa di 4,7 milioni di euro, prevede la realizzazione di due raccordi ferroviari (lunette) per ultimare il collegamento tra la rete ferroviaria italiana e quella slovena, la parziale elettrificazione del nodo ferroviario, la realizzazione di un'asta di binario lunga circa 800 metri parallela alla linea Gorizia-Monfalcone destinata al ricovero di un convoglio merci, e un collegamento tra  il terminal intermodale della SDAG e le linee slovene che si sviluppano dalla vicina stazione di Vrtojba, consistente in circa 700 metri di binario parallelo alla linea ferroviaria internazionale volto a consentire l'accesso e l'uscita dal terminal verso la Slovenia in modo diretto, senza la necessità di effettuare le manovre di inversione di marcia e cambio locomotiva nella stazione di Gorizia Centrale.
La realizzazione del Progetto TIP ben si raccorda con i programmi strategici della Regione FVG, e sarebbe inoltre fondamentale anche per il terminal SDAG attualmente del tutto sottoutilizzato per le difficoltà di manovra dei treni, per il quale si sono già realizzate opere costate 5,5 milioni euro (investimenti finanziati dai Programmi Interreg 3A Italia-Slovenia 2000-2006 e DOCUP OBIETTIVO 2 2000-2006), ma il nodo ferroviario, per poter svolgere appieno tali ruoli, necessita di importanti interventi di rivitalizzazione, tra i quali rientra sicuramente l’elettrificazione  della tratta ferroviaria Nova Gorica – Sežana e la realizzazione delle lunette ferroviarie di collegamento tra Italia e Slovenia.

giovedì 31 marzo 2016

Dare dati precisi su immigrazione!

Fornire dati precisi sulla situazione relativa al fenomeno dei flussi di profughi provenienti dalla cosiddetta rotta balcanica, in particolare dall’autunno 2015, e al fine di informare correttamente i nostri concittadini ed evitare dannosi allarmismi: questa la richiesta che ho rivolto al Ministero dell'Interno con una interrogazione che riporta i tanti titoli allarmistici lanciati dalla stampa regionale sul fenomeno degli ingressi a partire dai primi mesi del 2016, lungo la frontiera sud dell’Austria con Slovenia e Italia, affermando che al valico di Tarvisio esista una situazione di reinvio di migranti dal territorio austriaco a quello italiano (i cosiddetti flussi di ritorno o reflussi) dei quali non si ha ancora una contezza precisa. Le notizie riportate, in mancanza di una conferma ufficiale, stanno comprensibilmente generando nella popolazione italiana e in particolare friulana una preoccupazione se non di allarme verso questo fenomeno: per questo ho chiesto al Ministro quante sono effettivamente le presenze di migranti, rifugiati e richiedenti asilo ‘’reinviati’’ nel nostro Paese negli ultimi due anni, e in particolare nei primi 3 mesi del 2016, dai confini austriaci, quali iniziative siano effettivamente attive nel controllo di questi flussi (reflussi/rinvii), da parte delle polizia di frontiera, italiana e austriaca, e quali siano le iniziative poste in essere dal nostro Governo per affrontare questo fenomeno sia in sede locale/friulana sia in sede nazionale/governativa e diplomatica con l’Austria.

venerdì 25 marzo 2016

Subito Polizia unica europa. Il Belgio lo dimostra.

​Molti, dopo quello che è accaduto a Bruxelles, salteranno su a dire che l'Europa è finita. E invece penso che sono proprio questi i momenti in cui c'è più bisogno di un'Europa unita, che condivida tutto, anche e soprattutto i servizi di ordine e sicurezza. Perché i casi di Parigi e Bruxelles dimostrano chiaramente che se i paesi pensano solo all'interno dei loro confini sono ancora più facilmente attaccabili. E' da anni che lo dico, e l'ho ricordato molte e molte volte all'interno del Comitato Schengen: quello di cui abbiamo bisogno è più coordinamento all'interno delle Polizie e dell'Intelligence dei singoli stati. Nel corso dell'ultima audizione con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi ci è stata data notizia che entro l'anno si dovrebbe arrivare alla creazione di una Polizia unica europea, e credo che a questo punto la questione sia di massima urgenza e che sia interesse di tutti accelerare il processo.

martedì 8 marzo 2016

Intervista su ''Sconfinare''

 Ecco l'articolo pubblicato su ''Sconfinare'' (giornale creato dagli studenti di Scienze Internazionali e Diplomatiche (Sid) di Gorizia) che mi ha intervistato circa la questione confini e migranti. Ne ho approfittato per spiegare molti concetti che ho più volte ribadito (​non è vero che l’Austria chiuderà i confini, non bisogna lasciar solo nessun Paese, l’azione del Governo, prima con Letta e adesso con Renzi, ha scaricato la tensione migranti da Gorizia, ed entro il 30 giugno di quest’anno dovremmo finalmente realizzare le pattuglie di polizia di frontiera europea).
Ecco il link: http://www.sconfinare.net/?p=28898

venerdì 26 febbraio 2016

Gozi in Comitato Schengen: nessun hotspot in Fvg

In Friuli Venezia Giulia non è previsto alcun centro di identificazione migranti (i cosiddetti hotspot): i sei in programma sono quelli già noti, e non ci ulteriori progetti per il Fvg o il Brennero: lo ha confermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi nell'odierna audizione del Comitato di controllo e sull'attuazione del trattato di Schengen in risposta a una mia domanda. E con uguale fermezza ha respinto la possibilità di rinunciare a Schengen. «La soluzione non è quella di escludere chi è in difficoltà, bensì mostrare capacità di intervenire insieme in suo sostegno – ha spiegato – Dobbiamo lottare continuamente per uscire dalla paura in cui qualcuno ci vuole rinchiudere». Gozi ha poi ribadito quanto costerebbe all'Europa la rinuncia a Schengen: 100 miliardi di euro, di cui solo 50-70 nel settore del turismo. Ha poi ribadito che le eventuali provvedimenti austriaci alle frontiere sono legate alle decisioni del Consiglio europeo e che potranno venire attuate solo al verificarsi di determinate condizioni. Infine ha annunciato che si sta lavorando per arrivare ad attuare un corpo di polizia europeo delle frontiere esterne, argomento oggetto di una proposta legislativa della Commissione europea attualmente in discussione entro giugno 2016.

Sono assolutamente d'accordo con il sottosegretario nella necessità di non lasciarsi impressionare dalla troppa disinformazione che si sta facendo su questo tema, per non lasciar vincere la ''dittatura della paura'' che sarebbe la fine dell'Europa.

G.B.



Il filmato è disponibile cliccando qui: http://webtv.camera.it/archivio?id=9025&position=0 .Il mio intervento è al minuto 36.

mercoledì 17 febbraio 2016

Ambasciatore Austria smentisce chiusura ai confini - oggi in Comitato Schengen

«Quello che si sta facendo è programmare adeguate misure per rispondere a un'emergenza legata all'aumentare di flussi migratori che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi. Ai confini tra Austria e Italia quindi per ora non cambierà assolutamente nulla». A spiegarlo è stato, nell'odierna seduta del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione degli accordi di Schengen, l'ambasciatore d'Austria in Italia, Renè Pollitzer, a una mia precisa domanda circa le notizie riportate dalla stampa sulla prossima chiusura dei confini con il ripristino di controlli alle frontiere tra Austria e Italia. L'ambasciatore ha quindi smentito  questi provvedimenti, affermando che «si sta semplicemente procedendo, come previsto dall'articolo 26 del trattato di Schengen, a predisporre le misure che si potranno attuare lungo i confini con un ampliamento del controlli nell'eventualità di un'emergenza». I confini non saranno quindi chiusi né nell'immediato né in futuro, anzi, l'ambasciatore ha dichiarato che «Schengen è una conquista che va difesa. Nell'ambito dell'articolo 26 del trattato è però previsto che dietro delibera del Consiglio Europeo possano essere disposte delle misure straordinarie ai confini». Il Consiglio europeo quindi dovrà valutare la questione delle carenze ai confini esterni dell'Unione Europea, e deliberare in merito. Solo su questa base poi potranno essere previsti ampliamenti dei controlli.
Ringrazio l'ambasciatore per aver chiarito una questione che, così come era stata presentata finora, ha creato soltanto allarmismo. Ribadisco ancora una volta che Schengen non è in pericolo, e che non si parla di chiusura dei confini ma soltanto di un eventuale ampliamento dei controlli in risposta a una possibile futura emergenza.


il filmato è disponibile cliccando qui: http://webtv.camera.it/archivio?id=8991&position=0
La mia domanda e la risposta dell'ambasciatore sono al minuto 47. 

lunedì 8 febbraio 2016

Approvato ilprogetto ''Dopodinoi''

Ho comunicato personalmente l'avvenuta approvazione del provvedimento ''Dopodinoi'' ai rappresentanti delle associazioni del territorio, che da tempo chiedevano un simile provvedimento. Adesso finalmente ce l'abbiamo. Ieri infatti abbiamo approvato la legge che stanzia 90 milioni di euro per il 2016 destinati alla realizzazione di strutture per ospitare i ragazzi disabili dopo la scomparsa dei genitori, e interessa migliaia di famiglie. Si tratta di un primo passo, molto importante perché da anni veniva richiesto dalle famiglie, che siamo felici di aver fatto. Quello che mi ha stupito è il ''no'' da parte del Movimento5stelle, derivante da un atteggiamento di demagogia e populismo che vede dietro ogni provvedimento un sospetto. Ma come diceva mia nonna, ''chi ha il sospetto ha anche il difetto''. Io sono molto soddisfatto di aver tolto a tante famiglie la preoccupazione di non sapere cosa sarebbe successo ai loro figli dopo la loro scomparsa. La legge prevede stanziamenti che saranno utilizzati per creare centri dove i ragazzi senza più genitori potranno trovare alloggio e assistenza.

giovedì 28 gennaio 2016

Profughi: audizione Schengen dell'ambasciatore di Danimarca. Legge inaccettabile.

 Di seguito il comunicato sul provvedimento preso in Danimarca sulla questione profughi:


«Oggi ci troviamo di fronte a un' emergenza quotidiana che pesa in modo sbilanciato su alcuni paesi europei, e l'Italia è sicuramente un paese in prima linea. Va trovata una soluzione condivisa ed equa, nessuno può tirarsi indietro, perché chi arriva sulle nostre coste raggiunge l'Europa e non un singolo stato membro. La legge votata ieri in Danimarca, che introduce nuove regole relativamente all'accoglienza dei migranti, mina nelle sue fondamenta i valori di solidarietà e umanità su cui abbiamo costruito l’Europa del dopoguerra». E’ questo il commento dei deputati Pd del comitato Schengen, Giorgio Brandolin, vicepresidente, e Maria Chiara Gadda, alle parole dell’ambasciatore di Danimarca Birger Riis-Jorgensen in audizione oggi alla commissione bicamerale. «La normativa votata a larga maggioranza dal parlamento danese – proseguono i deputati Pd - prevede per i profughi che arrivano in Danimarca la confisca dei beni oltre ad un valore di 1300 euro, ad eccezione di quelli ritenuti affettivi come le fedi nuziali, e una serie di misure lesive della dignità umana delle persone, come l’allungamento dei tempi per il ricongiungimento familiare». Queste scelte, proseguono i due deputati, lasciano attoniti e sembrano un ritorno ad anni bui della nostra Europa, e neppure si può accettare la motivazione data dall’ambasciatore oggi in commissione di aver varato la legge affinché non venga intaccato il welfare nazionale, molto alto nel paese. «L’Italia insieme alla Grecia, in quanto frontiere esterne, subiscono un impatto maggiore dal fenomeno delle migrazioni. I paesi del Nord cerchino di immaginare un'Europa capovolta, dove verrebbero loro a trovarsi in prima linea. Se davvero vogliamo continuare a sentirci europei - concludono Brandolin e Gadda - chi è più a nord e più lontano da questo dramma epocale non rimanga indifferente e condivida anche la responsabilità di essere assieme Europa». Concludono i deputati idem: «Abbiamo ulteriormente ribadito la necessità del superamento degli accordi di Dublino, e di una gestione dei controlli ai confini esterni che non pesi soli sui Paesi a cui queste frontiere competono».

mercoledì 27 gennaio 2016

Traffico pesante mandamento monfalconese e cervignanese - interrogazione

La questione del traffico pesante sul mandamento monfalconese approda in Commissione Trasporti della Camera con l'interrogazione che ho presentatato sul tema, volta a ottenere dal ministro una modifica del regolamento di attuazione del codice della strada che permetta l'estensione dell'autorizzazione periodica alla circolazione anche ai tratti autostradali inferiori ai 50 km orari, ovvero il tratto Monfalcone- San Giorgio. In questo modo i trasporti eccezionali, specialmente quello di bramme che viaggia per gomma, quantificabile sulla misura delle 500.000 tonnellate all'anno, potrebbe evitare le strade locali e passare invece per l'autostrada A4, aumentando la sicurezza dei 60.000 cittadini dell’intero mandamento monfalconese e dei 50.000 di quello cervignanese. I trasporti eccezionali infatti utilizzano l'autorizzazione periodica alla circolazione, che secondo il Regolamento di attuazione del codice della strada viene consentita a ''veicoli adibiti al trasporto di elementi prefabbricati compositi e di apparecchiature industriali complesse per l'edilizia, per i quali il trasporto, compatibilmente con le caratteristiche dei percorsi richiesti, rientri nei limiti dimensionali e ponderali seguenti: altezza 4,30 m, larghezza 2,55 m, lunghezza 35 m, massa complessiva 108 t'' nonché a ''veicoli adibiti al trasporto di coils e laminati grezzi''. Tale autorizzazione non è però attualmente consentita per tali veicoli in merito al transito sulle strade classificate di tipo A (autostrade). Da parte di tutti i nove più i cinque Comuni ricadenti nell'area dei due mandamenti da anni viene invocata come urgente una modifica al regolamento che consenta ai suddetti mezzi di utilizzare il tratto autostradale Lisert- San Giorgio di Nogaro (lunghezza circa 36 km) evitando così il transito nei centri abitati. Per realizzare tale risultato sarebbe necessario modificare il punto B dell'articolo 13 del Regolamento, prevedendo il divieto di concessione periodica per il transito sulle strade classificate di tipo A solo ''per percorrenze lungo tali strade superiori a 50 km salve deroghe esercitabili dall’ente proprietario o dal concessionario esclusivamente per motivate ragioni''. E proprio questa è la richiesta che viene inviata al Ministro dei Trasporti.

lunedì 18 gennaio 2016

Interrogazione sul Tribunale di Gorizia

Di seguito, il testo dell'interrogazione che ho presentato al ministro della Giustizia sulla situazione del Tribunale di Gorizia, per capire cosa intende fare per risuolvere la situazione:

Al Ministro della Giustizia


PER SAPERE-


premesso che:


in questi giorni sulla stampa locale sono riemerse le già più volte denunciate preoccupazioni sul futuro del Tribunale di Gorizia a causa della carenza di organico, che rischia di mettere a repentaglio l'iter di importanti procedimenti tra i quali il III e IV processo ''Eternit'' che riguardano rispettivamente 44 e 23 decessi imputabili a mesotelioma e carcinoma polmonare

delle due giudici attualmente in servizio al Tribunale, una è entrata in maternità a fine 2015 e l'altra ha annunciato uguale provvedimento ad aprile 2016

il circondario di Gorizia, a cui il Tribunale fa riferimento, riguarda 25 Comuni della provincia

negli ultimi sette anni al Tribunale si sono verificati 30 avvicendamenti di giudici, con ovvie conseguenze sui processi in corso che ogni volta hanno dovuto ricominciare da capo, fatto ipotizzabile anche per i procedimenti in capo alle due giudici tra cui appunto i processi 'Eternit''. Martedì 16 febbraio 2016 è prevista la terza udienza preliminare del IV processo amianto, mentre martedì 12 gennaio la prima udienza del III procedimento è stata immediatamente rinviata al mese di maggio 2016 proprio per l'impossibilità del sostituto - temporaneamente cooptato dal Tribunale civile - di portare avanti il procedimento. Nella situazione attuale è a rischio anche l'ipotesi di accorpamento dei processi III e IV amianto, auspicato per velocizzare l'iter e contenere i costi

lo stesso presidente della Camera Penale di Gorizia, Paolo Marchiori, assieme al presidente del Tribunale Giovanni Sansone aveva puntato l'attenzione sulla situazione del Tribunale di Gorizia in occasione dello sciopero indetto dall'Unione Camere Penali  a fine 2015,

pochi giorni dopo il capo della Procura della Repubblica di Gorizia, Massimo Lia, ha espresso alla stampa locale la sua «massima preoccupazione» per l'andamento della giustizia nel circondario di Gorizia, evidenziando che «senza un adeguato organico di giudici c'è il rischio che molti processi già avviati e di prossimo avviamento non si possano concludere entri i termini della prescrizione»

da parte dello stesso Capo della Procura sono state evidenziate due possibili soluzioni, ovvero l'individuazione da parte della Corte d'Appello di un giudice da inviare al Tribunale come sostituto temporaneo o l'applicazione extradistrettuale da richiedere ai presidenti della Corte d'Appello e quindi al Consiglio Superiore della Magistratura, a cui spetta il compito di individuare il giudice da inviare a Gorizia


Interroga il Ministro

:-

sulle azioni che intende portare avanti per assicurare il pieno funzionamento del Tribunale di Gorizia assicurando l'applicazione della giustizia, in particolare alle tante famiglie che già hanno sofferto per la perdita dei loro cari e che ora rischiano di non vedere riconosciuto il loro diritto a un giusto processo.