mercoledì 16 febbraio 2011

I 150 anni di Romoli

Trasformare i festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia in una burletta non era facile: il centro destra, la Lega e adesso anche Romoli ci sono riusciti. Complimenti. Non trovo altre parole per commentare le dichiarazioni odierne del sindaco di Gorizia.

Da parte mia, posso solo dire che mi sento orgogliosamente italiano ed europeo; e che le dichiarazioni qualunquistiche di Romoli, che si collocano nella scia delle prese di posizione nazionali di altri esponenti del centro destra, hanno reso ridicolo sentirsi italiani ed europei. Perchè parlo di dichiarazioni qualunquistiche? Perchè si riduce un'occasione unica come i 150 anni dell'Unità d'Italia alla sola discussione sul lavorare o meno. Aprire o chiudere gli uffici pubblici dovrebbe essere l'ultima preoccupazione in questi frangenti: si festeggia l'unità d'Italia non ''per non lavorare'', ma per sentirsi parte della nazione, di un'unità. Concetto che è stato ridicolizzato e ridotto alla baruffa se aprire o meno gli uffici pubblici.

Romoli dice che la ricorrenza si sarebbe festeggiata meglio con convegni e momenti di discussione? Bene, che faccia l'elenco degli eventi che il suo Comune ha organizzato. Rimane il fatto che dovremo aspettare altri 150 per festeggiare nuovamente questo traguardo, e allora né io né Romoli ci saremo. Ecco quindi un'altra occasione persa, povera Gorizia e povera Italia.

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