Un progetto di cogestione del Punto Nascita con Šempeter
tramite una troupe di medici, infermieri e ostetriche bilingui
italo-sloveni appositamente creata e utilizzando il Punto nascita
sloveno per i parti e il percorso Nascita italiano per il percorso
preparto, mantenendo lo stato di ''nato a Gorizia'': questo il
progetto che il direttore generale dell'Azienda Sanitaria Isontina,
Marco Bertoli, mi ha illustrato. Solo in questo modo, infatti,
Gorizia potrà mantenere una struttura ostetrica sul territorio. «La
sanità trasfrontaliera è già allo studio» ha confermato il
direttore.
Progetto, quello della sanità trasfrontaliera, che
ho detto di apprezzare e sostenere. A distanza di tanti anni non
siamo riusciti ancora a capire le potenzialità della caduta del
confine, e lo dimostrano le infelici dichiarazioni di Gergolet e le
altrettanto infelici reazioni di oggi. Invece mi auguro che il
prossimo governo regionale supporti fortemente questo progetto. Da
parte mia, mi impegnerò a sostenere questa sanità transfrontaliera
all'interno del Gect. Proprio da lì infatti potrebbero arrivare i
fondi per la realizzazione del progetto, come ha spiegato il
direttore Bertoli: «Un punto nascita transfrontaliero sarebbe una
vera novità in Europa, e metterebbe assieme le eccellenze italiane e
slovene».
Per Monfalcone, invece, si potrebbe fare un discorso
analogo con il Burlo triestino. «In questi tempi non si possono
sostenere doppioni di attività – ha spiegato Bertoli – bensì
sviluppare le eccellenze, specializzando le diverse strutture».
Questo, anche e soprattutto nell'ottica della prevista fusione con
Trieste. E, a tal proposito, ho anche sottolineato la necessità di
garantire una rappresentanza goriziana nell'alta dirigenza di una
futura Azienda unica.
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