mercoledì 13 febbraio 2013

La sanità trasfrontaliera sarà presto una realtà


Un progetto di cogestione del Punto Nascita con Šempeter tramite una troupe di medici, infermieri e ostetriche bilingui italo-sloveni appositamente creata e utilizzando il Punto nascita sloveno per i parti e il percorso Nascita italiano per il percorso preparto, mantenendo lo stato di ''nato a Gorizia'': questo il progetto che il direttore generale dell'Azienda Sanitaria Isontina, Marco Bertoli, mi ha illustrato. Solo in questo modo, infatti, Gorizia potrà mantenere una struttura ostetrica sul territorio. «La sanità trasfrontaliera è già allo studio» ha confermato il direttore.
Progetto, quello della sanità trasfrontaliera, che ho detto di apprezzare e sostenere. A distanza di tanti anni non siamo riusciti ancora a capire le potenzialità della caduta del confine, e lo dimostrano le infelici dichiarazioni di Gergolet e le altrettanto infelici reazioni di oggi. Invece mi auguro che il prossimo governo regionale supporti fortemente questo progetto. Da parte mia, mi impegnerò a sostenere questa sanità transfrontaliera all'interno del Gect. Proprio da lì infatti potrebbero arrivare i fondi per la realizzazione del progetto, come ha spiegato il direttore Bertoli: «Un punto nascita transfrontaliero sarebbe una vera novità in Europa, e metterebbe assieme le eccellenze italiane e slovene».

Per Monfalcone, invece, si potrebbe fare un discorso analogo con il Burlo triestino. «In questi tempi non si possono sostenere doppioni di attività – ha spiegato Bertoli – bensì sviluppare le eccellenze, specializzando le diverse strutture». Questo, anche e soprattutto nell'ottica della prevista fusione con Trieste. E, a tal proposito, ho anche sottolineato la necessità di garantire una rappresentanza goriziana nell'alta dirigenza di una futura Azienda unica.

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