mercoledì 29 gennaio 2014

Ricordo dell'on. Michele Martina

Il mio ricordo dell'on. Michele Martina alla Camera dei Deputati


Mercoledì 22 gennaio si è spento improvvisamente ma serenamente, nella sua casa di Gorizia, all'età di 87 anni, l'onorevole senatore Michele Martina, Ha svolto innumerevoli incarichi pubblici e privati nella sua lunga vita: oggi qui alla Camera lo ricordiamo come giovane deputato, dal 1958 al 1963, dove ha operato soprattutto portando la testimonianza e la cultura di una terra, il ''goriziano e l'isontino'', travolta dalle tragedie del secolo breve ma capaci, grazie a uomini come Martina, di superarle nella logica della collaborazione concreta dell'ascolto e della comprensione, del reciproco rispetto dimenticando la contrapposizione ideologica e linguistica che tanti danni ha creato una terra multilingua, la mia, dove sempre hanno vissuto in pace gente slovena, friulana, italiana. Giovanissimo dirigente dell'Azione cattolica della Democrazia cristiana di Gorizia, confortato nella sua fede cristiana, ha dedicato con laicità tutta la sua lunga vita al bene della comunità, sia goriziana, sia friuligiuliana, italiana e slovena. Michele Martina aveva studiato il martirio delle moltitudini di giovani italiani e delle tante altre nazioni sul fronte dell'Isonzo, durante la Prima Guerra Mondiale. Sapeva dei misfatti del fascismo, aveva assistito alle barberie del nazismo e del comunismo reale e e alla immane tragedia delle foibe, fino alla divisione, anche fisica, della città di Gorizia, divisa in due con un confine parte della cisiddetta ''cortina di ferro'' che divise nel 1947 anche case e fabbriche, conunità e famiglie e perfino cimiteri e chiese. Dal 1965 al 1972 è stato sindaco di Gorizia e successivamente svolto il ruolo di senatore. Come amministratore locale e Politico a Roma si impegnò per la ricostruzione della città di Gorizia e provinciae, la realizzazione dell'aeroporto del Fvg, dell'autostrada, Venezia Trieste, con diramazione Lubiana, la fondazione dell'situtito di sociologia internazionale e dell'istituto di icontri culturali e mitteleuropei di gorizia, favorì la prima esperienza di apertura de manicomi del professor Basaglia proprio a Gorizia, lo sviluppe delle partceupazioni statali nella ricostruzione industriale, in particolare dei cantieri di Monfalcone. Infine si impegnò per la nascita della zona franca di Gorizia, favorì il trattato di Roma, e la nascita della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, riuscendo a fra riconoscere la nostra specialità proprio per il ruolo di ponte verso l'Est. Ricordava con grande onore di aver partecipato, il 9 giugno 1967 agli Stati generali d'Europa, voluti da Willy Brandt a Berlino, dove davanti a 2000 componenti disse «Anche noi siamo tra quelli che credono che l'Europa non vada costruita solo su schemi di convenienza economica ma debba soprattutto guardare ad un'integrazione politica che offra per matrici la storia, la cultura, la civiltà che deve esprimersi in comprensione tra i popoli, in convivenze amichevoli nelle diversità e in umanità». Micherle Martina nel 1967, ripeto nel 1967, aveva poco più di 40 anni, e parlava così avendo sottoscritto accordi e relazioni, iniziati nella clandestinità, con il sindaco di Nova Gorica, Josko Strukelj, (diventato negli anni suo fraterno amico) nonostante qeust'ultimo fosse figlio del commissario goriziano, nei 40 giorni della spietata tragedia consumata a Gorizia, dalle Brigate del marescioallo Tito con la scomparsa di più di 600 cittadini. Tra lui (italiano, cattolico, democristiano) e Josko (sloveno, non credente e comunicata jugoslavo) c'era quindi una distanza enorme, ma entrambi avevano al primo punto del loro agire, il futuro della popolazione legata dalla storia e decisero di avviare assieme la stagione della pacificazione e dello sviluppo culturale, sociale ed economico di questa terra di confine. Insieme hanno arato i solchi della diffidenza e del rancore. Inserendo in profondità i semi che avrebbero portato al trattato di Osimo, al crollo del Muro di Berlino, alla pacificazione ed integrazione europea, che ha poi portato nel 2006 alla eliminazione anche fisica del confine tra Italia e Slovenia, unendo le due città, Gorizia e Nova Gorica, in un unico territorio ''Goriziano'', per un terzo Italia e due terzi Slovenia, ma tutto in Europa. Quanto ricordato non è stato solo merito di Michele Martina, ma in tutto c'è la sua impronta, di un se4rvizio pestato alla comunità, da uomo semplice ma forte, modesto negli atteggiamenti ma severo nella responsabilità di tutti verso il bene comune, schivo ma sempre pronto ad aiutare i più deboli e bisognosi, operatore di pace e solidarietà. Circa un mese fam, a Gorizia, l'ho incontrato assieme a sua mgolie Lidia per l'ultima volta e nell'occasione mi chisede la disponibilità a confrontarci sulla mia esperienza di deputato e sulle difficoltà politiche, economioche e sociali che oggi viviamo. A testimonanza di un'innata volontà di conoscere, confrontarci e costruire il futuro.





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