Il mio ricordo dell'on. Michele Martina alla Camera dei Deputati
Mercoledì 22 gennaio si
è spento improvvisamente ma serenamente, nella sua casa di Gorizia,
all'età di 87 anni, l'onorevole senatore Michele Martina, Ha svolto
innumerevoli incarichi pubblici e privati nella sua lunga vita: oggi
qui alla Camera lo ricordiamo come giovane deputato, dal 1958 al
1963, dove ha operato soprattutto portando la testimonianza e la
cultura di una terra, il ''goriziano e l'isontino'', travolta dalle
tragedie del secolo breve ma capaci, grazie a uomini come Martina, di
superarle nella logica della collaborazione concreta dell'ascolto e
della comprensione, del reciproco rispetto dimenticando la
contrapposizione ideologica e linguistica che tanti danni ha creato
una terra multilingua, la mia, dove sempre hanno vissuto in pace
gente slovena, friulana, italiana. Giovanissimo dirigente dell'Azione
cattolica della Democrazia cristiana di Gorizia, confortato nella sua
fede cristiana, ha dedicato con laicità tutta la sua lunga vita al
bene della comunità, sia goriziana, sia friuligiuliana, italiana e
slovena. Michele Martina aveva studiato il martirio delle moltitudini
di giovani italiani e delle tante altre nazioni sul fronte
dell'Isonzo, durante la Prima Guerra Mondiale. Sapeva dei misfatti
del fascismo, aveva assistito alle barberie del nazismo e del
comunismo reale e e alla immane tragedia delle foibe, fino alla
divisione, anche fisica, della città di Gorizia, divisa in due con
un confine parte della cisiddetta ''cortina di ferro'' che divise nel
1947 anche case e fabbriche, conunità e famiglie e perfino cimiteri
e chiese. Dal 1965 al 1972 è stato sindaco di Gorizia e
successivamente svolto il ruolo di senatore. Come amministratore
locale e Politico a Roma si impegnò per la ricostruzione della città
di Gorizia e provinciae, la realizzazione dell'aeroporto del Fvg,
dell'autostrada, Venezia Trieste, con diramazione Lubiana, la
fondazione dell'situtito di sociologia internazionale e dell'istituto
di icontri culturali e mitteleuropei di gorizia, favorì la prima
esperienza di apertura de manicomi del professor Basaglia proprio a
Gorizia, lo sviluppe delle partceupazioni statali nella ricostruzione
industriale, in particolare dei cantieri di Monfalcone. Infine si
impegnò per la nascita della zona franca di Gorizia, favorì il
trattato di Roma, e la nascita della Regione autonoma Friuli Venezia
Giulia, riuscendo a fra riconoscere la nostra specialità proprio per
il ruolo di ponte verso l'Est. Ricordava con grande onore di aver
partecipato, il 9 giugno 1967 agli Stati generali d'Europa, voluti da
Willy Brandt a Berlino, dove davanti a 2000 componenti disse «Anche
noi siamo tra quelli che credono che l'Europa non vada costruita solo
su schemi di convenienza economica ma debba soprattutto guardare ad
un'integrazione politica che offra per matrici la storia, la cultura,
la civiltà che deve esprimersi in comprensione tra i popoli, in
convivenze amichevoli nelle diversità e in umanità». Micherle
Martina nel 1967, ripeto nel 1967, aveva poco più di 40 anni, e
parlava così avendo sottoscritto accordi e relazioni, iniziati nella
clandestinità, con il sindaco di Nova Gorica, Josko Strukelj,
(diventato negli anni suo fraterno amico) nonostante qeust'ultimo
fosse figlio del commissario goriziano, nei 40 giorni della spietata
tragedia consumata a Gorizia, dalle Brigate del marescioallo Tito con
la scomparsa di più di 600 cittadini. Tra lui (italiano, cattolico,
democristiano) e Josko (sloveno, non credente e comunicata jugoslavo)
c'era quindi una distanza enorme, ma entrambi avevano al primo punto
del loro agire, il futuro della popolazione legata dalla storia e
decisero di avviare assieme la stagione della pacificazione e dello
sviluppo culturale, sociale ed economico di questa terra di confine.
Insieme hanno arato i solchi della diffidenza e del rancore.
Inserendo in profondità i semi che avrebbero portato al trattato di
Osimo, al crollo del Muro di Berlino, alla pacificazione ed
integrazione europea, che ha poi portato nel 2006 alla eliminazione
anche fisica del confine tra Italia e Slovenia, unendo le due città,
Gorizia e Nova Gorica, in un unico territorio ''Goriziano'', per un
terzo Italia e due terzi Slovenia, ma tutto in Europa. Quanto
ricordato non è stato solo merito di Michele Martina, ma in tutto
c'è la sua impronta, di un se4rvizio pestato alla comunità, da uomo
semplice ma forte, modesto negli atteggiamenti ma severo nella
responsabilità di tutti verso il bene comune, schivo ma sempre
pronto ad aiutare i più deboli e bisognosi, operatore di pace e
solidarietà. Circa un mese fam, a Gorizia, l'ho incontrato assieme a
sua mgolie Lidia per l'ultima volta e nell'occasione mi chisede la
disponibilità a confrontarci sulla mia esperienza di deputato e
sulle difficoltà politiche, economioche e sociali che oggi viviamo.
A testimonanza di un'innata volontà di conoscere, confrontarci e
costruire il futuro.
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