domenica 3 ottobre 2010

La risposta di Kosic: deludente!!!!

Delusione e sconcerto. Sono questi i sentimenti che ho espresso a nome del gruppo regionale sulla risposta fornita dall'assessore alla Salute Kosic all'interrogazione sull'Ospizio Marino di Grado. Interrogazione che, ricordo, chiedeva l'intervento della Regione, magari tramite l'Ass1 Isontina, per una riapertura almeno temporanea della struttura. Invece le risposte dell'assessore sono state un ''no'' su tutta la linea e questo, dopo l'affermazione di Tondo di qualche giorno fa sul massimo interesse della Regione verso il futuro dei lavoratori, ci ha quanto mai deluso e sconcertato. Anche perchè ora il rischio, più che concreto, è che la struttura perda la sua funzione socio-assistenziale per diventare una clinica privata a tutti gli effetti.

Kosic ha infatti escluso la possibilità di una gestione provvisoria. Tale eventualità è «stata esclusa dagli stessi commissari liquidatori che, invece, hanno deciso di sciogliersi dal contratto di affitto stipulato dal commissario straordinario dott. Zilli, che appunto una tale tipologia di gestione prevedeva e che era l'unica possibilità per evitare l'interruzione dell'attività e il mantenimento dei posti di lavoro, e hanno optato per la vendita». Per quanto riguarda poi il finanziamento dei lavori, ha affermato Kosic, «è evidente che il finanziamento e realizzazione dei lavori verrebbero fatti in maniera molto più celere da parte dei futuri acquirenti, che ne scomputerebbero i costi dal prezzo di acquisto, oltre che per le inevitabili lungaggini delle procedure a evidenza pubblica».

Infine, conclude Kosic, «quanto alla possibilità di acquisto da parte pubblica si ribadisce che era prevista dagli atti di pianificazione regionale la funzione e non l'acquisto o la costruzione di una struttura. In ogni caso appaiono di difficile soluzione, al riguardo, anche altre problematiche quali quelle connesse con il personale, disciplinato dal contratto di sanità privata, e l'assorbimento del medesimo, visto che un ente pubblico non può assorbire dipendenti come un ente privato: problematiche che non sussistono nel caso di un acquirente o un affittuario privato».

La Regione specifica anche l'inapplicabilità dell'articolo 28 del codice civile che consentirebbe di trasformare la fondazione allontanandosi il meno possibile dallo scopo statutario, visto che «un tanto è possibile qualora il patrimonio sia sufficiente per fare altro. Nel nostro caso il patrimonio non era in grado di assicurare alcuno scopo, visto l'indebitamento e la crisi di liquidità». Unica apertura, il fatto che «l'assessorato di riserva di valutare tutte le possibilità alla luce degli eventi che saranno via via forniti dai commissari liquidatori».

Per me, tali affermazioni rappresentano un ''no'' a tutte le richieste avanzate per salvare l'Ospizio. La Regione ha risposto negativamente anche alla possibilità di modifiche legislative per ovviare alle osservazioni presentate. Ci sconcerta questa giunta che dice una cosa (''la regione non abbandonerà l'Ospizio''), e ne fa un'altra.

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