lunedì 14 dicembre 2009

Sanità Isontina: e noi dove siamo?!?!?

Un mio intervento sulla sanità isontina. Polemico anche verso il Pd, perchè no.



Le problematiche al settore di Chirurgia dell'ospedale San Polo di Monfalcone, la mancanza di turn over con conseguente depotenziamento del Centro Antidiabetico di Gorizia, le previsioni di riduzione dell'attività in tutta l'Azienda Sanitaria Isontina a cominciare dal calo dei posti letto: tutte questioni per cui si dovrebbe fare ''fronte comune'' e invece ci si trova a essere ormai fuori tempo massimo. È questo il commento del consigliere regionale Giorgio Brandolin (Pd) alle allarmanti notizie che di settimana in settimana si susseguono sulla condizione della sanità isontina. «Ci sarebbe da chiedersi: i Romoli, i Gherghetta, i Razzini, ma anche i Pizzolitto e i Maran, dove sono? Quando sarebbe ora di intervenire con decisione, e tutti assieme, su un tema così importante? Perchè nessuno si muove? Non si capisce che ormai si rischia di trovarsi fuori tempo massimo?».

Le notizie allarmanti di questi ultimi mesi infatti, spiega ancora Brandolin, arrivano dalle anticipazioni del Piano Sanitario regionale. «Ad esempio, i problemi relativi alla Diabetologia di Gorizia e ai settori dell'ospedale di Monfalcone sono legati alla mancanza del turn over, che viene in pratica azzerato dal piano Sanitario. Il motivo è evidente: si tratta di un depotenziamento che si protrae nel tempo, passo dopo passo, volto a far perdere di importanza Gorizia con la conseguenza logica di un trasferimento di tutte le competenze a Trieste». Il problema è che da un depotenziamento di Gorizia non arriverà automaticamente un guadagno di Monfalcone, anzi. «Ecco perchè, come ho sempre fatto negli anni della mia presidenza provinciale – conclude Brandolin – continuo a spingere per la creazione di un ''fronte comune'' tra Gorizia e Monfalcone, perchè è la sola via d'uscita. Non solo: questa coesione ci dovrebbe essere anche tra i diversi esponenti politici della provincia, che al di là dell'appartenenza politica dovrebbero avere a cuore il destino di questo territorio. E c'è davvero da chiedersi dove sono, in questo momento».

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