L'EUROPA È UN
POPOLO NON UN ENTE DI GOVERNO
Domenica
25 maggio andiamo a votare per il Parlamento europeo. Ma non
dimentichiamoci che l'Europa non è solo un insieme di enti: gli
italiani, in quanto cittadini europei, sono chiamati insieme agli
altri cittadini europei non a ribadire un retorico europeismo di
facciata ma a una vera e propria missione di rinnovamento di una
delle conquiste più importanti della nostra storia recente.
Purtroppo
è vero: fatichiamo molto a sentirci cittadini europei. Eppure
l'Europa è nata per consentire ad un continente che per secoli è
stato diviso da conflitti e guerre di riconoscere gli elementi di
unione e diventare un grande spazio di pace, di benessere e di
sviluppo.
Questo
obiettivo è stato centrato, ma il principio che lo ha ispirato è
ancora valido: l'Europa ha senso se è condivisione delle possibilità
e delle prospettive di vita, rete delle protezioni, tutela degli
interessi di tutti.
Ecco
i 10 punti del programma PD che a mio giudizio rappresentano questa
idea:
1.
L'Europa delle persone, delle opportunità e non solo delle
direttive.
Abbiamo
bisogno di un'Europa che dia reali opportunità di lavoro e di
realizzazione. Sono proprio i giovani europei la vera scommessa: a
loro il compito di mettere a servizio dell'Europa le competenze
acquisite nella formazione per migliorarne il sistema e la sua
coesione.
2.
Infrastrutture, corridoi di comunicazione e logistica.
L'Europa
deve facilitare la libera circolazione delle persone e delle merci in
un'ottica di sviluppo sostenibile.
3.
Nuovi saperi, capitale umano, formazione europea, cultura europea.
«Nato
in Italia, cresciuto in Europa» dovrebbe essere la consapevolezza
dei nostri figli. Qui la scuola ha un ruolo fondamentale: non solo
agevolare i percorsi di scambio culturale o fornire informazioni su
come muoversi in Europa (cv europeo, certificazioni
internazionali...), ma favorire i trasferimenti fra i sistemi di
istruzione europei promuovendo il riconoscimento reciproco dei
periodi di studio, creando una scuola sempre più europea.
4.
Impresa innovativa, ricerca, green economy, innovazione
La
scelta di riportare il peso della manifattura al 20% del Pil deve
essere perseguita con convinzione dalla nuova Commissione e dal nuovo
Parlamento. E come dimostrano recenti studi e analisi, solo una
produzione innovativa e di avanguardia può generare occupazione
stabile. Investire nell'economia digitale è una priorità: un
mercato digitale europeo produrrebbe una ricchezza destinata a
crescere in maniera potenziale.
5.
La velocità dell'Europa dipende anche dalla crescita e dal rispetto
dei parametri dei trattati.
C'è
bisogno di rilanciare e reinventare un modello economico, civile e
politico basato sul welfare, di ricostruire la coesione sociale
riducendo sotto le soglie minime la disoccupazione, la povertà e i
disagi abitativi, e infine di un progetto fondato sulla solidarietà
e sulla qualità della vita.
6.
L'Europa nel mondo (una politica estera non dei singoli stati ma
dell'Europa)
L'Unione
Europea, fin dagli inizi, si è definita come un progetto e non come
territorio, si è posta come identità politica e non geografica.
Tutto questo si potenzia anche costruendo e valorizzando ampie reti
di cooperazione e di integrazione.
7.
L'Europa delle autonomie
Strategia
macroregionale: la sua approvazione da parte della UE della sarà uno
strumento forte e utile per rafforzare la coesione europea, e
costituirà un passo importante verso la costituzione degli Stati
Uniti d' Europa.
8.
Un'unica politica energetica
Dobbiamo
puntare a una vera unione energetica che metta al centro la sicurezza
degli approvvigionamenti, la concorrenza, la riduzione delle
emissioni e lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle
rinnovabili con investimenti sulle reti intelligenti, sulla ricerca,
sulle nuove tecnologie.
9.
La vera malata d'Europa è l'agricoltura sempre più messa in mezzo
dalle invasioni della globalizzazione senza una protezione.
Garantire
a tutta la popolazione cibi sani e di qualità per migliorare la
qualità della nostra vita tramite una continua trasparenza
nell’etichettatura dei prodotti. Costruire una politica agricola
comunitaria che si sviluppa sulla sostenibilità ma che consenta
anche una garanzia di reddito agli agricoltori.
10.
Europa centro della cultura e del turismo.
L’Europa
deve riconoscere la "cultura" come protagonista in una
nuova programmazione dei fondi strutturali. Lo può fare utilizzando
incentivi fiscali, nuovi modelli di rapporto pubblico privato,
maggiore integrazione con le politiche culturali dei Paesi membri,
ponendo attenzione al digitale, alle imprese creative, ma senza
dimenticare infrastrutture e servizi.
Se
è vero che l’Italia possiede il più grande patrimonio artistico e
culturale, non sono adeguati gli investimenti per salvaguardare e
rendere fruibile questo immenso e diffuso capitale. Oltre ai
necessari interventi da parte del nostro Stato, dobbiamo chiedere
alla nuova Europa di saper coordinare e promuovere l’offerta
turistica di tutti i territori, privilegiando le aree a maggiore
richiamo e interesse.
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