martedì 20 maggio 2014

Elezioni europee: dieci punti importanti


L'EUROPA È UN POPOLO NON UN ENTE DI GOVERNO


Domenica 25 maggio andiamo a votare per il Parlamento europeo. Ma non dimentichiamoci che l'Europa non è solo un insieme di enti: gli italiani, in quanto cittadini europei, sono chiamati insieme agli altri cittadini europei non a ribadire un retorico europeismo di facciata ma a una vera e propria missione di rinnovamento di una delle conquiste più importanti della nostra storia recente.

Purtroppo è vero: fatichiamo molto a sentirci cittadini europei. Eppure l'Europa è nata per consentire ad un continente che per secoli è stato diviso da conflitti e guerre di riconoscere gli elementi di unione e diventare un grande spazio di pace, di benessere e di sviluppo.

Questo obiettivo è stato centrato, ma il principio che lo ha ispirato è ancora valido: l'Europa ha senso se è condivisione delle possibilità e delle prospettive di vita, rete delle protezioni, tutela degli interessi di tutti.


Ecco i 10 punti del programma PD che a mio giudizio rappresentano questa idea:


1. L'Europa delle persone, delle opportunità e non solo delle direttive.

Abbiamo bisogno di un'Europa che dia reali opportunità di lavoro e di realizzazione. Sono proprio i giovani europei la vera scommessa: a loro il compito di mettere a servizio dell'Europa le competenze acquisite nella formazione per migliorarne il sistema e la sua coesione.


2. Infrastrutture, corridoi di comunicazione e logistica.

L'Europa deve facilitare la libera circolazione delle persone e delle merci in un'ottica di sviluppo sostenibile.


3. Nuovi saperi, capitale umano, formazione europea, cultura europea.

«Nato in Italia, cresciuto in Europa» dovrebbe essere la consapevolezza dei nostri figli. Qui la scuola ha un ruolo fondamentale: non solo agevolare i percorsi di scambio culturale o fornire informazioni su come muoversi in Europa (cv europeo, certificazioni internazionali...), ma favorire i trasferimenti fra i sistemi di istruzione europei promuovendo il riconoscimento reciproco dei periodi di studio, creando una scuola sempre più europea.


4. Impresa innovativa, ricerca, green economy, innovazione

La scelta di riportare il peso della manifattura al 20% del Pil deve essere perseguita con convinzione dalla nuova Commissione e dal nuovo Parlamento. E come dimostrano recenti studi e analisi, solo una produzione innovativa e di avanguardia può generare occupazione stabile. Investire nell'economia digitale è una priorità: un mercato digitale europeo produrrebbe una ricchezza destinata a crescere in maniera potenziale.


5. La velocità dell'Europa dipende anche dalla crescita e dal rispetto dei parametri dei trattati.

C'è bisogno di rilanciare e reinventare un modello economico, civile e politico basato sul welfare, di ricostruire la coesione sociale riducendo sotto le soglie minime la disoccupazione, la povertà e i disagi abitativi, e infine di un progetto fondato sulla solidarietà e sulla qualità della vita.


6. L'Europa nel mondo (una politica estera non dei singoli stati ma dell'Europa)

L'Unione Europea, fin dagli inizi, si è definita come un progetto e non come territorio, si è posta come identità politica e non geografica. Tutto questo si potenzia anche costruendo e valorizzando ampie reti di cooperazione e di integrazione.


7. L'Europa delle autonomie

Strategia macroregionale: la sua approvazione da parte della UE della sarà uno strumento forte e utile per rafforzare la coesione europea, e costituirà un passo importante verso la costituzione degli Stati Uniti d' Europa.


8. Un'unica politica energetica

Dobbiamo puntare a una vera unione energetica che metta al centro la sicurezza degli approvvigionamenti, la concorrenza, la riduzione delle emissioni e lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle rinnovabili con investimenti sulle reti intelligenti, sulla ricerca, sulle nuove tecnologie.


9. La vera malata d'Europa è l'agricoltura sempre più messa in mezzo dalle invasioni della globalizzazione senza una protezione.

Garantire a tutta la popolazione cibi sani e di qualità per migliorare la qualità della nostra vita tramite una continua trasparenza nell’etichettatura dei prodotti. Costruire una politica agricola comunitaria che si sviluppa sulla sostenibilità ma che consenta anche una garanzia di reddito agli agricoltori.


10. Europa centro della cultura e del turismo.

L’Europa deve riconoscere la "cultura" come protagonista in una nuova programmazione dei fondi strutturali. Lo può fare utilizzando incentivi fiscali, nuovi modelli di rapporto pubblico privato, maggiore integrazione con le politiche culturali dei Paesi membri, ponendo attenzione al digitale, alle imprese creative, ma senza dimenticare infrastrutture e servizi.
Se è vero che l’Italia possiede il più grande patrimonio artistico e culturale, non sono adeguati gli investimenti per salvaguardare e rendere fruibile questo immenso e diffuso capitale. Oltre ai necessari interventi da parte del nostro Stato, dobbiamo chiedere alla nuova Europa di saper coordinare e promuovere l’offerta turistica di tutti i territori, privilegiando le aree a maggiore richiamo e interesse.










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