«Non condivido la
linea di Rfi: non può essere un mero calcolo ricavi/costi, ma è
necessaria anche una valutazione di generazione di traffico». Questa
la risposta che l'assessore Riccardo Riccardi ha dato alla mia
interrogazione sul futuro del raccordo Schiavetti allacciato a
Ronchi Sud dopo gli annunci di dismissione da parte di Rfi. Una
risposta che ho apprezzato, perchè condivide le mie preoccupazioni,
e che adesso però vogliamo passi dalle parole ai fatti. Per questo
continueremo a vigilare.
Nella mia
interrogazione, avevo ricordato che per il raccordo sono stati spesi
nel tempo svariati milioni di euro (parte con contributi regionali)
sia per ammodernamenti sia per manutenzioni, e che la fornitura via
rotaia è la principale previsione di approvvigionamento della
costruenda centrale a biomasse in località Bistrigna (il principale
attuale fruitore del raccordo, ovvero Mulini De Franceschi, rinuncia
però all’utilizzo per gli alti costi imposti da Trenitalia).
Esiste inoltre una volontà, supportata dagli enti locali, di
prolungare il raccordo, per raggiungere altri insediamenti produttivi
ancora non serviti (Ansaldo, Fincantieri). La dismissione, quindi,
vanificherebbe tutti gli sforzi compiuti per la infrastrutturazione
delle aree del Consorzio Industriale e sarebbe un altro duro colpo
per la delicata situazione dell’economia del monfalconese.
La risposta fornitami
dalla Giunta Regionale riconosce che Rfi non ha investito risorse
proprie nel raccordo, e nonostante ciò ha richiesto un canone di
50.000 euro non sostenibile al confronto con la gomma.
Sul tema è in corso
un confronto serrato, e la Regione Fvg sta da tempo tentando una
mediazione con Rfi: nei giorni scorsi, ha comunicato l'assessore, c'è
stato un confronto «dai toni duri», di cui si relazionerà ai
raccordati il prossimo lunedì.
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