mercoledì 18 gennaio 2017

Pipistrel: due interrogazioni

Ho presentato in Parlamento due interrogazioni sul caso Pipistrel, incentrate sulla vicenda che ormai da anni sta tenendo banco a Gorizia, ovvero l'apertura del nuovo stabilimento di produzione di aerei ultraleggeri, oggetto tra l'altro di vari atti vandalici. Le due interrogazioni, rivolte una al ministro dell'Interno e una a quello delle Infrastrutture e Trasporti, intendono fare luce su entrambe le vicende, ovvero i ritardi per l'apertura della fabbrica e i danneggiamenti.

Nella prima interrogazione, rivolta al ministro delle Infrastutture, ripercorro la vicenda della Pipistrel, iniziata ancora nel lontano 2005 con il primo annuncio da parte della proprietà dell'azienda di voler aprire una sede a Merna, a cui fa seguito nel 2014 l'avvio dei cantieri per la realizzazione della sede-magazzino all'aeroporto Duca d'Aosta. Al momento tutto è fermo in attesa del via libera dell'Enac. Chiedo quindi al Ministro “i motivi per i quali da settembre 2016 l'Enac non ha ancora ottemperato all'obbligo di affidare in via definitiva la gestione dell'aeroporto Duca d'Aosta ala Società Consortile, atto che consentirebbe l'immediato avvio dell'operatività alla Pipistrel dando così una vera svolta all'economia della provincia isontina messa a dura prova dalla crisi.''



La seconda interrogazione, al Ministro degli Interni, riguarda una questione se possibile ancora più spinosa, ovvero gli atti di vandalismo di cui l'azienda è stata fatta oggetto: subito dopo l'inizio dei primi lavori, la Pipistrel ha subìto il primo atto vandalico, con il danneggiamento di una cisterna e dell'impianto elettrico (notizia che l'azienda decide però di tenere riservata), nel dicembre del 2014 un altro atto vandalico con la rottura a sassate di una decina di finestre, nel marzo del 2016 è la volta di quaranta vetrate mandate in frantumi per un danno che si aggira attorno ai 50mila euro. Infine nel dicembre 2016 si verifica un nuovo danneggiamento alle vetrate, ma questa volta i responsabili dell'atto riescono a mettere fuori uso anche il quadro elettrico e, cosa ben più grave, lasciano un messaggio scritto in inchiostro rosso sul muro interno alla struttura appena realizzata: "Ivo go home", ovvero "Ivo (riferito a Boscarol, il patron dell'azienda slovena) vai a casa". Vorrei quindi sapere dal ministro se non ritenga che “il fatto, già grave in quanto atto vandalico diretto verso una nuova realtà imprenditoriale molto importante per il territorio, non sia aggravato da una componente nazionalistica e razzista vista la provenienza slovena dell'azienda e del titolare, elemento particolarmente preoccupante in una zona come quella goriziana che dovrebbe fare della collaborazione transfrontaliera il suo punto di forza”.

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