giovedì 28 gennaio 2016

Profughi: audizione Schengen dell'ambasciatore di Danimarca. Legge inaccettabile.

 Di seguito il comunicato sul provvedimento preso in Danimarca sulla questione profughi:


«Oggi ci troviamo di fronte a un' emergenza quotidiana che pesa in modo sbilanciato su alcuni paesi europei, e l'Italia è sicuramente un paese in prima linea. Va trovata una soluzione condivisa ed equa, nessuno può tirarsi indietro, perché chi arriva sulle nostre coste raggiunge l'Europa e non un singolo stato membro. La legge votata ieri in Danimarca, che introduce nuove regole relativamente all'accoglienza dei migranti, mina nelle sue fondamenta i valori di solidarietà e umanità su cui abbiamo costruito l’Europa del dopoguerra». E’ questo il commento dei deputati Pd del comitato Schengen, Giorgio Brandolin, vicepresidente, e Maria Chiara Gadda, alle parole dell’ambasciatore di Danimarca Birger Riis-Jorgensen in audizione oggi alla commissione bicamerale. «La normativa votata a larga maggioranza dal parlamento danese – proseguono i deputati Pd - prevede per i profughi che arrivano in Danimarca la confisca dei beni oltre ad un valore di 1300 euro, ad eccezione di quelli ritenuti affettivi come le fedi nuziali, e una serie di misure lesive della dignità umana delle persone, come l’allungamento dei tempi per il ricongiungimento familiare». Queste scelte, proseguono i due deputati, lasciano attoniti e sembrano un ritorno ad anni bui della nostra Europa, e neppure si può accettare la motivazione data dall’ambasciatore oggi in commissione di aver varato la legge affinché non venga intaccato il welfare nazionale, molto alto nel paese. «L’Italia insieme alla Grecia, in quanto frontiere esterne, subiscono un impatto maggiore dal fenomeno delle migrazioni. I paesi del Nord cerchino di immaginare un'Europa capovolta, dove verrebbero loro a trovarsi in prima linea. Se davvero vogliamo continuare a sentirci europei - concludono Brandolin e Gadda - chi è più a nord e più lontano da questo dramma epocale non rimanga indifferente e condivida anche la responsabilità di essere assieme Europa». Concludono i deputati idem: «Abbiamo ulteriormente ribadito la necessità del superamento degli accordi di Dublino, e di una gestione dei controlli ai confini esterni che non pesi soli sui Paesi a cui queste frontiere competono».

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