lunedì 1 dicembre 2014

richiedenti asilo: la soluzione c'è, manca volontà politica

 Il modo di superare da ora, in attesa dell'attivazione della seconda commissione per l'esame delle richieste di asilo, il ''sovraffollamento'' di Gorizia, c'è: basterebbe aplicare una semplice clausola. Il fatto è stato spiegato nel corso dell'ultima audizione del Comitato per l'applicazione dell'accordo di Schengen, con protagonista il sottosegretario alle politiche comunitarie Sandro Gozi, a cui ero presente assieme alla collega Maria Chiara Gadda.

Chiediamo e stiamo lavorando a una condivisione di responsabilità in Europa, che comporti una condivisione di decisioni e di modalità operative, oltre che di risorse. Innanzitutto, bisogna rendere più efficace il sistema di asilo Ue regolato dall’accordo di Dublino 3, entrato in vigore da gennaio 2014 ma concepito negli anni ‘90, in un contesto politico e sociale molto diverso e con una logica ormai obsoleta. Tuttavia, vi sono alcune norme dello stesso regolamento rimaste inapplicate come le clausole di salvaguardia all’articolo 17, quella umanitaria e quella di sovranità.

Infatti applicandole sarebbe possibile già ora superare la rigidità di Dublino, evitando il rinvio degli immigrati richiedenti asilo al primo paese di arrivo nel caso di ricongiungimenti familiari, minori o altri casi particolari (malattie, gravidanze). Applicando le clausole, i richiedenti asilo potrebbero rimanere nel paese dove hanno avanzato richiesta invece di venire rinviati in Italia. Facile capire come questo cambierebbe le cose in aree sottoposte a forti pressioni come Gorizia o Udine. E il Governo sta lavorando proprio per il raggiungimento di tale obiettivo. Lo strumento c’è, serve la volontà politica di ogni stato nell’applicarlo.

È necessario inoltre rafforzare i paternariati tra l’Europa e i paesi africani, per verificare direttamente nei paesi di transito lo status degli immigrati e dei richiedenti asilo. Il Governo italiano ha posto con forza questo tema in occasione degli ultimi consigli europei e nella conferenza tra Europa e Stati Nord Africani svoltasi a Roma. E’ questa la strada da percorrere.

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