giovedì 23 ottobre 2014

Selex Es: possibile utilizzo in Mare Nostrum per i Falcon


Il velivolo Falco prodotto dalla Selex di Ronchi dei Legionari potrebbe avere un impiego futuro nell'operazione ''Mare Nostrum'': l'Aeronautica militare ha verificato, quest'anno, un possibile impiego dei Falco a supporto delle unità navali coinvolte nell'operazione Mare Nostrum, con decollo dall'aeroporto di Pantelleria, e ha invitato quindi la ditta Selex a presentare la documentazione necessaria alla certificazione militare del volo.

Questo il risultato della mia interrogazione presentata alla Camera in merito al mancato utilizzo dei Falco nelle operazioni militari italiane. La Selex Es di Ronchi dei Legionari infatti produce aerei (i Falco) talmente avanzati da ricevere un elogio dal segretario Generale dell’ Onu Ban Ki Moon per il loro apporto nelle operazioni di salvataggio in Congo, ma che non sono ritenuti adeguati per prendere parte all'operazione Mare Nostrum: come mai?

La risposta del ministro della Difesa Roberta Pinotti è stata che il sistema Falco, al momento, dispone solo di un'autorizzazione al volo sperimentale/prototipico rilasciata dall'Enac, che non ne consente l'utilizzo sul territorio nazionale né il pilotaggio da parte di un pilota militare che non sia qualificato Sperimentatore di volo. «La normativa aeronautica ispirata agli standard della Nato – recita la risposta del ministro - prevede che gli aeromobili a pilotaggio remoto rispondano a requisiti di sicurezza previsti dalle prescrizioni del Documento Tecnico Operativo (Dto) stipulato tra Enac e Forze Armate, che prevede tra l'altro la certificazione e l'immatricolazione nei registri degli aeromobili militari da parte della Direzione di Armamento aereo del Segretariato Generale della Difesa». I Falco al momento non possiedono tale certificazione, e pertanto, non possono essere immatricolati nei registri degli aeromobili militari: non possiedono, quindi, i requisiti tecnico-normativi necessari per l'impiego da parte dell'Aeronautica militare. «La ditta costruttrice – specifica ancora la risposta del ministro Pinotti – non ha ritenuto utile né intraprendere misure correttive per adeguare il velivolo alla citata normativa né avviare l'iter di certificazione».

Le cose però, come detto, potrebbero cambiare. Ecco perché mi impegno fin d'ora a seguire la vicenda, verificando con le Rsu e la proprietà aziendale l'iter necessario a ottenere la certificazione per l'utilizzo dei Falco nelle operazioni militari italiane.





Nessun commento:

Posta un commento