venerdì 12 settembre 2014

Cie Gradisca: no ripertura, sistemazione eccezionale come Cda

La conferma, se ce ne fosse bisogno, che il Cie di Gradisca non riaprirà i battenti come Centro di identificazione ed espulsione è arrivata dal sottosegretario all'Interno Domenico Manzione che, rispondendo alla mia interrogazione sul pagamento degli stipendi ai lavoratori del consorzio che si occupa della gestione del centro, ha voluto rassicurare anche sulle ipotesi di riapertura del Cie. Il funzionamento del Cie è temporaneamente sospeso a partire dal mese di novembre scorso, per lavori di ripristino. «Attualmente – ha spiegato il sottosegretario – sono in fase di completamento i lavori necessari per ripristinare l'agibilità della struttura, al fine di un suo eventuale riutilizzo, in via eccezionale, come Centro di accoglienza (Cda) per far fronte agli sbarchi di profughi sul territorio nazionale». Come era stato più volte annunciato, quindi, arriva la conferma che il Cie non riaprirà e il Cara non sarà ampliato: i lavori attualmente in corso sono solo di riparazione in vista di una eventuale apertura (solo in casi eccezionali) come Cda a supporto dell'attuale Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) che già ora ha anche funzioni di Cda, e che attualmente ospita ben 16 persone in più rispetto alla capienza teorica di 138 posti. Lo scorso luglio il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen e di controllo e vigilanza in materia di immigrazione aveva ascoltato la relazione del sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig, che aveva esposto un'elaborata relazione sulla situazione del centro, spiegando quali sono le pressioni a cui il territorio deve rispondere. Nel corso dell'audizione si era ribadito quanto il Ministro dell'Interno aveva messo per iscritto, ovvero che il Cie non riaprirà e sul Cara non si prenderanno decisioni non condivise da Comune e Regione; e questo viene ora ulteriormente confermato.





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