mercoledì 18 giugno 2014

Selex di Ronchi: perchè gli arei non sono usati nell'operazione Mare Nostrum?

La Selex Es di  Ronchi dei Legionari produce aerei (i Falco) talmente avanzati da ricevere un elogio dal segretario Generale dell’ Onu Ban Ki Moon per il loro apporto nelle operazioni di salvataggio in Congo, ma che non sono ritenuti adeguati per prendere parte all'operazione Mare Nostrum: come mai? È questa la domanda che mi sono fatto e che è stata rivolta ai Ministri dell’Interno, della Difesa e dell’Economia e Finanza con apposita interrogazione.
Selex ES, una società Finmeccanica, è leader internazionale nella realizzazione di sistemi per la difesa, l’aerospazio, la sicurezza e la protezione delle informazioni, delle infrastrutture e del territorio, nonché di soluzioni “smart” sostenibili. Nello stabilimento Selex ES di Ronchi  vengono prodotti gli aerei Falco: il primo velivolo senza pilota in Europa che ha ottenuto la certificazione Enac nel 2005,  frutto di un lungo lavoro di ricerca partito nei primi anni 2000. Il velivolo Falco attualmente è operativo presso cinque clienti internazionali, compreso l’ultimo contratto di servizio con le Nazioni Unite per attività di sorveglianza nell’ambito della missione peacekeeping  ''Monusco'' in Congo.
Per questa operazione molti ambasciatori hanno avuto parole di elogio per il fondamentale aiuto dei ''Falchi'' italiani che hanno dato un contributo non solo alle operazioni dei soldati Onu, ma anche ad altre agenzie: dall’appoggio dal cielo alle spedizione del Pam, al salvataggio di civili che stavano annegando nel lago Kiwu. Persino il Segretario Generale dell’ Onu, Ban Ki Moon, ha voluto sottolineare la soddisfazione dell’Onu per il servizio che stanno dando i Falchi nell’ambito della missione. Mentre quindi i velivoli prodotti a Ronchi vengono apprezzati e utilizzati all’estero, «in Italia, dove è in atto un colossale sbarco di migranti che vede impiegati centinaia di droni - a quanto pare stranieri - nell’operazione Mare Nostrum, dei Falchi non vi è traccia. Ho quindi interrogato il Governo per sapere per quali motivi l'Aeronautica Militare preferisce utilizzare velivoli prodotti all’estero e non una eccellenza italiana, contribuendo a mantenere posti di lavoro nello stabilimento di Ronchi dei Legionari e non solo.





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