Seime in pericolo? Basta usare un po' di buonsenso nell'applicare un decreto necessario a situazioni come quella della ''Terra dei Fuochi''. Mi auguro che basti questo per risolvere una vicenda che rischia di essere il solito ''teatrino all'Italiana''.
Il caso del nuovo provvedimento che aggiorna il codice penale aggiungendo tra gli altri il reati di disastro ambientale, e che potrebbe però causare problemi all'attività agricola o a feste tradizionali come le ''Seime'' se applicato rigidamente, sta tenendo banco in questi giorni. Il provvedimento infatti prevede quattro nuovi reati: impedimento del controllo, traffico e abbandono di materiale di alta readioattività, inquinamento ambientale (per chi deteriora in modo rilevante la biodiversità anche agraria e l'ecosistema o lo stato del suolo, delle acque o dell'aria) e disastro ambientale (per chi altera gravemente o irreversibilmente l'ecosistema o compromette la pubblica incolumità). Per questi due reati è prevista una pena che può andare da 2 a 15 anni. Bruciare seime o residui agricoli potrebbe infatti essere considerato combustione di rifiuti e quindi sanzionato.
La legge doveva essere fatta per provvedere ad alcune gravi situazioni nazionali ma non deve e non può diventare un problema per le pratiche agricole o alcune tradizioni. Come in tutti i casi, ci vuole un po' di buon senso nella sua applicazione. Siamo comunque aperti a qualsiasi correttivo le associazioni agricole vogliano proporre per chiarire la questione.
Qui sotto riporto una ''guida breve'' al provvedimento sui reati ambientali:
Quattro nuovi reati:
1. DISASTRO AMBIENTALE: punisce con il carcere da 5 a 15 anni
chi altera gravemente o irreversibilmente l'ecosistema o
compromette la pubblica incolumità.
2. INQUINAMENTO AMBIENTALE: prevede la reclusione da 2 a 6 anni
(e la multa da 10mila e 100mila euro) per chi deteriora in modo
rilevante la biodiversità (anche agraria) o l'ecosistema o lo stato del suolo, delle acque o
dell'aria. Se non vi è dolo ma colpa, le pene sono diminuite da un terzo alla metà.
Scattano invece aumenti di pene per i due delitti se commessi in aree vincolate o a
danno di specie protette.
3. TRAFFICO E ABBANDONO DI MATERIALE DI ALTA RADIOATTIVITA':
colpisce con la pena del carcere da 2 a 6 anni (e multa da 10mila a 50mila euro) chi
commercia e trasporta materiale radioattivo o chi se ne disfa abusivamente.
4. IMPEDIMENTO DEL CONTROLLO: chi nega o ostacola l'accesso o
intralcia i controlli ambientali rischia la reclusione da 6 mesi
a 3 anni.
La riforma prevede inoltre:
• AGGRAVANTE ECOMAFIOSA.
In presenza di associazioni ma!ose !nalizzate a commettere i delitti contro
l'ambiente o a controllare concessioni e appalti in materia ambientale scattanole
aggravanti - previste anche in caso di semplice associazione a delinquere e se vi è
partecipazione di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.
• SCONTI PENA.
Pene ridotte da metà a due terzi nel caso di ravvedimento operoso: ossia se l'imputato
evita conseguenze ulteriori, aiuta i magistrati a individuare colpevoli o provvede alla
boni!ca e al ripristino.
• RADDOPPIO PRESCRIZIONE.
Per i delitti ambientali i termini di prescrizione raddoppiano. Se poi si interrompe il
processo per dar corso al ravvedimento operoso, la prescrizione è sospesa.
• OBBLIGO CONFISCA.
In caso di condanna o patteggiamento della pena è sempre ordinata la con!sca dei beni
che costituiscono il prodotto o il pro!tto del reato e delle cose servite a commetterlo o
comunque di beni di valore equivalente nelladisponibilità (anche indiretta o per
interposta persona) del condannato.
• CONDANNA AL RIPRISTINO.
Il giudice, in caso di condanna o patteggiamento della pena, ordina il recupero e, dove
tecnicamente possibile, il ripristino dello stato dei luoghi a carico del condannato.
• GIUSTIZIA RIPARATIVA.
In assenza di danno o pericolo, nelle ipotesi contravvenzionali previste dal codice
dell'ambiente si ricorre alla 'giustizia riparativa puntando alla
regolarizzazione attraverso l'adempimento a speci!che prescrizioni. In caso di
adempimento il reato si estingue.
• COORDINAMENTO INDAGINI.
In presenza dei delitti contro l'ambiente ('reati spia'), il pm che indaga dovrà darne notizia
al Procuratore nazionale antimafia.
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