lunedì 16 settembre 2013

Incontro con Rsu Fincantieri: quale prospettive per Monfalcone?

Appalti e carico di lavoro, con la prospettiva della messa in cassa integrazione di 460 lavoratori entro dicembre e la scomparsa delle eccellenze industriali locali: su questi temi si è svolto l'incontro che ho avuto con i rappresentanti Rsu Fiom, Uil e Fim Fincantieri Moreno Luxich, Andrea Holjar e Michele Zoff, in continuazione della discussione sul futuro del cantiere iniziata prima delle elezioni. Avevo infatti chiesto alle Rsu un incontro per essere aggiornato sull'evolversi della situazione. «A oggi sono 230 le persone interessate alla cassa integrazione – hanno illustrato le Rsu – .Secondo l'accordo di luglio, la Cig è stata prolungata ad agosto 2014 con la possibilità di un altro anno. La verità è che però, stando alle notizie ufficiali, se ne sa l'inizio ma non la fine». In realtà, il fatto che lo stabilimento monfalconese sia la sede su cui Fincantieri ha maggiormente puntato nel piano degli investimenti lascia bene sperare per un futuro: le prospettive positive ci sarebbero, ma niente è ancora stato messo nero su bianco. Quello che invece rimane è il problema degli appalti, che coinvolgono oltre 1500 persone. «Ed è un problema non solo economico, ma soprattutto politico – hanno concordato le Rsu – legato alla questione della legalità ma anche della qualifica del sistema di appalti sul territorio». È troppo tempo, hanno fatto presente, che il problema è noto. «Avere centinaia di piccole ditte esterne, ognuna con le proprie regole contributive, crea una giungla. Quello a cui la politica dovrebbe puntare è favorire gli appalti con ditte locali che seguano le regole del contratto di lavoro nazionale». Il tutto per arrivare a un appalto ''qualificato''. L'anomalia del cantiere, secondo me, è che nel giro di pochi anni ha visto scomparire tutte le sue ditte storiche. Normalmente attorno alla grande fabbrica c'è sempre un indotto, ma quello che era nato in passato è ormai del tutto scomparso. E di questo la politica deve farsi carico, creando le condizioni affinché il territorio possa esprimere il lavoro più qualificato. E, contemporaneamente, si devono creare anche le basi per una diversificazione dell'attività del cantiere, per non puntare solo sulle navi passeggeri ma anche su produzioni alternative.



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